2 Settembre 2024

Cina, i parchi solari sono una risorsa contro la desertificazione?

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In Cina l’espansione degli impianti fotovoltaici starebbe contribuendo a contrastare la desertificazione. Un’ipotesi intrigante alla luce della portata del problema. Ma il tema resta controverso

di Matteo Cavallito

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L’espansione dei parchi solari può contribuire a contrastare la desertificazione. A evidenziarlo vi sarebbe l’esperienza, soprattutto più recente, del principale leader del comparto a livello globale: la Cina, ovviamente. È questa l’ipotesi avanzata in un articolo pubblicato sul portale statunitense Semafor. La questione, occorre precisarlo, non è priva di controversie. Ma il tema resta di sicuro interesse se non altro nella discussione sulle potenzialità del settore nell’ambito del ripristino del suolo.

Il contrasto alla desertificazione in Cina

“I deserti occupano più di un quarto della superficie totale della Cina estendendosi su un’area grande quasi quanto l’intera India”, scrive Semafor. “È dagli anni Cinquanta che il Paese sta cercando di mitigare la gravità e l’impatto delle tempeste di polvere prevenendo a lungo termine l’invasione del deserto nelle aree urbane o nelle terre fertili e coltivabili. Poiché i cambiamenti climatici peggiorano la desertificazione a livello globale, Pechino sta concentrando la sua attenzione su questo problema”.

Negli anni la Cina ha avviato iniziative di contrasto alla desertificazione facendo affidamento a strategie differenti, dall’impiego della cellulosa a quello dell’olivello.

Esempi diversi di intervento, insomma, che hanno suscitato un certo interesse anche e soprattutto nel contesto dell’Asia Centrale dove la desertificazione, secondo le stime, minaccia la sicurezza di mezzo miliardo di abitanti. Quanto accaduto nei parchi solari, soprattutto, ha assunto negli ultimi anni una particolare rilevanza. Con potenziali “enormi implicazioni a livello globale”.

La mappa mostra l'indice di umidità della Cina. Le aree aride, mostrate in rosso scuro, sono le più vulnerabili alla desertificazione. Il fenomeno è più diffuso in 11 province e regioni autonome: Xinjiang, Mongolia Interna, Gansu, Qinghai, Ningxia, Shaanxi, Shanxi, Liaoning, Jilin, Heilongjiang e Hebei (FAO 1997). FONTE: European Space Agency.

La mappa mostra l’indice di umidità della Cina. Le aree aride, mostrate in rosso scuro, sono le più vulnerabili alla desertificazione. Il fenomeno è più diffuso in 11 province e regioni autonome: Xinjiang, Mongolia Interna, Gansu, Qinghai, Ningxia, Shaanxi, Shanxi, Liaoning, Jilin, Heilongjiang e Hebei (FAO 1997). FONTE: European Space Agency.

I suoli hanno sperimentato “una significativa tendenza al rinverdimento”

Secondo gli osservatori, scrive ancora Semafor, i pannelli solari creano ombra e riducono la velocità del vento al suolo limitando così l’accumulo di sabbia e creando le condizioni per la crescita delle piante.

Secondo uno studio dell’Università di Nanjing pubblicato nel 2022, un terzo circa dei parchi fotovoltaici nelle aree desertiche della Cina avrebbe sperimentato “una significativa tendenza al rinverdimento”.

Dal 2011 al 2018, si legge nello studio, “la superficie delle centrali fotovoltaiche nei 12 deserti più grandi della Cina è passata da 0 a 102,56 km2, distribuiti principalmente nella parte centrale della Cina settentrionale. Rispetto al 2010, l’area di rinverdimento ha raggiunto i 30,80 km2, pari al 30% dell’estensione totale dei parchi solari”. Le aziende del settore, scrive quindi il portale, hanno iniziato a cercare colture adatte a crescere sotto i pannelli. Tra queste c’è la liquirizia, capace di resistere alle insidie dell’ambiente oltre che di rendere il terreno più fertile assorbendo l’azoto dall’aria.

Ma non mancano le controversie

Alcuni aspetti, nota però il portale, restano controversi. La costruzione dei parchi solari nel deserto, ad esempio, avviene spesso dopo l’abbattimento delle dune, una pratiche che favorirebbe la diffusione di tempeste di sabbia e polvere. Un altro rischio, suggerito da uno studio condotto nel Sahara, è legato poi all’aumento della temperature dell’aria circostante che sarebbe correlato proprio alla presenza dei pannelli. Un fenomeno che potrebbe persino alterare i modelli delle precipitazioni peggiorando gli effetti del cambiamento climatico.

Non priva di perplessità, infine, è la strategia generale implementata nell’ultimo ventennio dalla Cina nel contrasto alla desertificazione.  Molti dubbi, in particolare, ha suscitato il celebre programma Grain for Green che dall’inizio del XXI secolo remunera gli agricoltori per piantare alberi sui loro suoli offrendo inoltre loro terreni degradati da ripristinare. Nel 2023, uno studio a cura di un gruppo di ricercatori della Chinese Academy of Sciences di Pechino pubblicato sulla rivista Nature, ha giudicato modesti i risultati dell’iniziativa che, sostengono i ricercatori, avrebbe inoltre determinato in ultima analisi un bilancio economico negativo.