30 Ottobre 2024

Agricoltura urbana, dal compost un’efficace alternativa ai fertilizzanti chimici

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Studio dell’Università di Barcellona: il compost ottenuto dai rifiuti organici potrebbe sostituire il 21% dei fertilizzanti industriali utilizzati nell’agricoltura urbana

di Matteo Cavallito

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Dai rifiuti solidi organici gestiti dalla raccolta differenziata nell’Area Metropolitana di Barcellona (AMB) si produce oggi una quantità di compost non certo trascurabile. Grazie all’ammontare prodotto, infatti, è possibile a soddisfare l’8% del fabbisogno totale di nutrienti richiesti dall’agricoltura urbana e periurbana in quello stesso territorio, mitigando l’eutrofizzazione idrica e il riscaldamento globale.

In futuro, però, il contributo del compostaggio potrebbe aumentare ancora riducendo ulteriormente l’impatto ambientale. Lo sostiene uno studio condotto dall’Istituto di Scienze e Tecnologie Ambientali dell’Universitat Autònoma de Barcelona (ICTA-UAB) e pubblicato sulla rivista Waste Management.

Il compost può soddisfare un quinto del fabbisogno dei nutrienti
“Le città devono affrontare l’impegno per la sicurezza alimentare e la gestione sostenibile dei rifiuti solidi urbani organici in un contesto di crescente urbanizzazione”, scrivono gli autori. “L’agricoltura urbana può contribuire a questo sforzo producendo colture locali che sono fertilizzate con i nutrienti recuperati dal compost generato dagli stessi rifiuti”. Secondo le stime degli stessi ricercatori, i 5.568 ettari di agricoltura periurbana e urbana dell’Area Metropolitana di Barcellona richiedono ogni anno un totale di 1.474 tonnellate di nutrienti cosiddetti NPK (a base cioè di azoto, fosforo e potassio).
Dalle 5.106 tonnellate di compost prodotte annualmente dai rifiuti solidi organici nella stessa area è possibile recuperare al momento 113 tonnellate di nutrienti (44 tonnellate di fosforo, 37 di potassio e 32 di composti di azoto) pari all’8% della richiesta totale.
In questo modo si possono ridurre l’eutrofizzazione delle acque e l’impatto sul cambiamento climatico. Nel futuro prossimo, però, il contributo del compost potrebbe aumentare in modo significativo. “Nello scenario più promettente nel corso del 2025 il compost potrebbe soddisfare il 21% della domanda totale di nutrienti”, prosegue la ricerca, con un notevole effetto positivo in termini di riduzione dell’impatto ambientale. Tale effetto è valutato a partire dalle conseguenze dirette della gestione della frazione organica: riduzione dell’incenerimento dei rifiuti misti, produzione di fertilizzanti e di biogas.
Arosemena et al. "Closing the nutrient cycle in urban areas: The use of municipal solid waste in peri-urban and urban agriculture", in Waste Management Volume 183, 30 June 2024, Pages 220-231 https://doi.org/10.1016/j.wasman.2024.05.009 Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International CC BY-NC-ND 4.0 Deed

Le colture nell’area metropolitana di Barcellona e gli impianti di trattamento dei rifiuti indicati come CP (compostaggio) e MBT (impianto di trattamento meccanico biologico della digestione anaerobica e di compostaggio). Immagine: Arosemena et al. Closing the nutrient cycle in urban areas: The use of municipal solid waste in peri-urban and urban agriculture, in Waste Management Volume 183, 30 June 2024, Pages 220-231 Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International CC BY-NC-ND 4.0 Deed

Meno emissioni, più risparmio idrico

Grazie a un’efficace gestione della frazione organica dei rifiuti, come noto, il compostaggio impedisce che il carbonio in essa contenuto sia trasformato in CO2 e liberato in atmosfera, venendo in parte mineralizzato e in parte convertito in frazioni più stabili. Sottraendo rifiuti al trattamento misto, inoltre, si riducono le emissioni di metano dalle discariche.

A ciò si aggiungono altri vantaggi: la sostanza infatti favorisce la capacità di ritenzione idrica del suolo riducendo così la necessità di irrigazione con conseguente risparmio di acqua.

A caratterizzare il compost, inoltre, sono le sue molteplici applicazioni. Questo prodotto, in particolare, può essere utilizzato come ammendante in diversi settori, dall’agricoltura alla paesaggistica. Il suo uso, infine, garantisce una maggiore lavorabilità del suolo riducendo così la movimentazione delle macchine agricole e il conseguente consumo di combustibili fossili.

Favorire le soluzioni circolari

In sintesi, oltre a nutrire i campi coltivati, la produzione di compost garantisce importanti opportunità ambientali per le città, come la riduzione delle emissioni e la produzione di energia pulita.

“Il compost è ricavato dai nostri rifiuti e fornisce gli stessi nutrienti del fertilizzante minerale, per questo dobbiamo sfruttarlo al massimo, chiudendo così il ciclo”, afferma Juan David Arosemena, ricercatore dell’Universitat Autònoma de Barcelona in una nota.

Tuttavia, aggiunge, “per coglierne appieno i vantaggi, è necessario rimuovere alcune barriere che attualmente ostacolano la circolarità dei nutrienti nelle città, come la scarsa qualità del suolo agricolo nelle aree urbane, l’accettazione del compost come fertilizzante alternativo e le normative locali associate all’applicazione di fertilizzanti organici”.