27 Settembre 2023

Il clima è destinato a impattare sulle rese agricole nel Midwest statunitense, segnala uno studio dell’Università del Connecticut. “I dati suggeriscono una diminuzione del 12% della resa del mais attorno al 2050 e del 40% entro la fine del secolo”

di Matteo Cavallito

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La Corn Belt, la regione agricola più produttiva degli Stati Uniti, è destinata ad affrontare significativi cambiamenti a causa del clima. Lo segnala una ricerca del Centro per le Scienze Ambientali e l’Ingegneria dell’Università del Connecticut. Nell’area, sottolinea lo studio pubblicato sulla rivista Agricultural Systems, si concentra la maggior parte della produzione di mais e soia del Paese.

Qui, nel cuore del Midwest americano, “osservando la tendenza a lungo termine, la resa è cresciuta costantemente, ad eccezione degli anni in cui si sono verificati eventi estremi come inondazioni o siccità”, spiega Guiling Wang, uno delle ricercatrici coinvolte, in una nota diffusa dall’ateneo USA. “Negli Stati Uniti e altrove, questo trend di aumento della resa è dovuto, ad esempio, alla tecnologia, all’irrigazione e alle linee di sementi migliorate. In futuro la tendenza sarà diversa a causa dei cambiamenti climatici”.

La ricerca

Gli autori hanno utilizzato un modello chiamato Decision Support System for Agrotechnology Transfer per simulare la risposta dei diversi processi fisiologici delle colture ad alcune variabili. Tra queste la quantità di luce solare, le precipitazioni, la temperatura e l’umidità. In questo modo è possibile determinare la resa alla fine della stagione di crescita per ogni coltura. Contemporaneamente sono state condotte simulazioni tenendo conto delle temperature del passato e ipotizzando quelle future.

“Il dato medio dei modelli suggerisce una diminuzione del 12% della resa del mais attorno al 2050 e del 40% entro la fine del secolo”, si legge nella ricerca.

E ancora: “La diminuzione prevista della resa del mais entro la fine del secolo varia da meno del 5% a oltre l’80%, con i risultati peggiori per le colture corrispondenti ai modelli climatici più sensibili. La resa della soia è prevista in aumento entro la metà del secolo con un elevato grado di consenso da parte dei modelli”. Estendendo lo sguardo fino al 2100, spiegano gli scienziati, le previsioni divergono e il consenso tra i modelli viene meno.

Calore e siccità sono i fattori critici

Storicamente, ha ricordato Wang, la Corn Belt ha registrato le rese più basse negli anni caratterizzati dalla presenza contemporanea di due fenomeni: le ondate di calore e la siccità. Questi fattori tendono però a sovrapporsi e a rafforzarsi a vicenda. Il che rende difficile attribuire la perdita di resa delle colture allo stress idrico o a quello termico sulla base di un’analisi statistica. Il modello utilizzato, però, consente di disaggregare i fattori aiutando così i ricercatori a trarre conclusioni più precise.

“La resa delle colture nella Corn Belt è attualmente influenzata dallo stress idrico, ma si prevede che dopo la metà del secolo sarà sempre più condizionata anche dallo stress termico”, sottolinea lo studio.

“Il fenomeno è in crescita e determinerà uno spostamento della zona più produttiva per il mais dalla parte centrale a quella settentrionale della Corn Belt, ma l’aumento previsto negli Stati settentrionali non potrà compensare completamente la diminuzione nel sud, causando una riduzione della produzione totale se le pratiche agricole resteranno invariate”. Il cambiamento climatico, insomma, imporrà nuove strategie.

Nuove risposte al clima

Di fronte a un generale rialzo delle temperature, spiegano i ricercatori, occorrerà innanzitutto selezionare colture più resistenti al calore. “Con i cambiamenti climatici, gli agricoltori non staranno a guardare”, ha dichiarato Wang. “Per l’adattamento al clima, le colture resistenti al calore saranno certamente utili. Un’altra strategia è quella di piantare prima i semi”.

I ricercatori, in particolare, hanno simulato un anticipo della semina scoprendo che questa strategia mitiga una parte degli impatti negativi del cambiamento climatico in alcuni Stati del Sud. Gli effetti positivi, tuttavia, non compensano completamente la perdita di resa. In generale, concludono gli scienziati, la tecnologia continuerà a sostenere nel prossimo futuro un aumento della resa. Ma quest’ultimo sarà decisamente più lento rispetto al passato.