10 Gennaio 2022
Secondo i dati dell’Agenzia europea dell’Ambiente (EEA), le polveri sottili causate dall’inquinamento atmosferico sono ancora responsabili di 307.000 morti premature all’anno solo in Europa. FOTO: Pixabay.

Le Pm10 e 2.5 sono responsabili di molti problemi alla salute umana. La lotta per ridurre il particolato in città trova nelle buone pratiche agronomiche un valido alleato. Dall’inerbimento delle porzioni di terreno scoperto, a potature mirate, fino all’introduzione di specie arbustive

di Stefania Cocco, Valeria Cardelli, Dominique Serrani, Lorenzo Camponi e Andrea Salvucci *

 

Ascolta “Le polveri sottili dipendono anche da come è gestito il suolo in città” su Spreaker.

L’obiettivo 11 di Agenda 2030, sottoscritta da tutti i governi dei 193 paesi membri dell’ONU, sollecita la necessità di rendere le città più sostenibili. Ciò è auspicabile dal momento che le stime per il 2030 indicano che, degli 8,5 miliardi di persone al mondo, cinque miliardi vivranno in contesti urbani in seguito ad un processo di urbanizzazione che interessa tutti i continenti. Per una maggiore sostenibilità delle città, un’emergenza da affrontare è quella dell’inquinamento che insidia l’aria, l’acqua e il suolo degli ambienti urbani.

Le ricerche condotte in questo ambito indicano l’esistenza di forti interazioni fisiche, chimiche e biologiche fra gli inquinanti e la matrice suolo nelle sue diverse componenti minerali e organiche.

Allo stesso tempo, si evidenzia la necessità di adottare criteri di gestione del suolo urbano utili a mantenere integra la sua capacità di erogare servizi ecosistemici, tra i quali la depurazione di aria e acqua.

Il particolato, minaccia per ambiente e salute

Dai piccoli centri alle metropoli, uno dei fattori più preoccupanti dell’inquinamento atmosferico è rappresentato dal particolato, il quale si origina dall’utilizzo di combustibili fossili, dalle attività industriali, dal traffico veicolare, dagli impianti per la produzione di energia, dalla legna per il riscaldamento domestico e dagli incendi boschivi.

Il tasso di esposizione alle polveri sottili inferiori a 2.5 microgrammi nelle aree urbane europee. FONTE: Eurostat.

Il tasso di esposizione alle polveri sottili inferiori a 2.5 microgrammi nelle aree urbane europee. FONTE: Eurostat.

Il particolato è in grado di minacciare in maniera crescente la qualità dell’ambiente urbano, il clima e la salute pubblica a causa del fatto che le particelle di diametro superiore a 10 µm si fermano nelle mucose rinofaringee dando luogo ad irritazioni e allergie, quelle di diametro compreso tra 5 e 10 µm raggiungono trachea e bronchi mentre quelle con diametro inferiore a 5 µm possono penetrare fino agli alveoli polmonari ed interferire con il naturale scambio di gas all’interno dei polmoni. Le normative ambientali, comunque, suddividono il particolato in due frazioni:

  • PM10, particelle con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm, in grado di raggiungere il tratto superiore dell’apparato respiratorio;
  • PM2.5, particelle con diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm, in grado di raggiungere polmoni e bronchi secondari.

Il particolato atmosferico è formato da una miscela di particelle solide e liquide di natura organica e inorganica sospese in aria. I principali componenti del particolato sono solfati, nitrati, ammonio, cloruro di sodio, particelle carboniose, polvere minerale e acqua. Per quanto meno rappresentati, metalli pesanti (piombo, zinco, rame, cromo, nickel e manganese) e idrocarburi policiclici aromatici rendono il particolato molto pericoloso, tant’è vero che l’esposizione cronica a elevati valori di particolato aumenta il rischio di sviluppare patologie respiratorie e cardiovascolari, ma anche tumore polmonare. Da considerare che le particelle fini, tra le quali rientra l’amianto, hanno lunghi tempi di permanenza in atmosfera e possono essere trasportate anche a grande distanza dal punto di emissione.

Il ruolo del sistema suolo-pianta per inattivare le polveri sottili

Il sistema suolo-pianta rappresenta un’importante trappola di particolato atmosferico in quanto le polveri sono intercettate dalla superficie fogliare (deposizioni secche e umide) per esser poi trasportate a terra con le piogge. Il suolo è quindi il principale collettore delle polveri atmosferiche e il principale responsabile dell’inattivazione e degradazione degli inquinanti in esse presenti.

Per questo motivo, il sistema suolo-pianta in ambito urbano è un efficiente apparato in grado di ridurre la quantità di PM10 e PM2,5 in atmosfera, purché vi sia un’ottimale gestione del verde e del suolo. Piante in buono stato e con efficiente apparato fogliare sono in grado di rimuovere notevoli quantità di particolato dall’atmosfera, così come un buono stato di aggregazione delle particelle del suolo aumenta l’infiltrazione del particolato e riduce la polverosità del suolo. Suoli mal gestiti, con la superficie polverosa e nuda durante la stagione secca restituiscono le polveri inquinanti che avevano ricevuto anche a causa delle correnti che si creano col passaggio di veicoli. Da considerare che il re-involamento del particolato è favorito dalle comuni particelle di limo fine e argilla del suolo, che hanno dimensioni assimilabili al PM10, o della sola argilla, che ha dimensioni più piccole del PM2,5.

L’importanza della manutenzione del verde urbano

I soggetti più esposti al pericolo di inalazione e contatto con queste polveri di suolo contaminato sono i bambini che, oltre ad essere di piccola statura e quindi più esposti alle polveri involate, portano frequentemente alla bocca le mani sporche delle frazioni più sottili del suolo perché più adesive. Per questo motivo, è importante la manutenzione del verde e del suolo nelle aree gioco dei parchi pubblici ma anche in tutti le aree più trafficate delle città.

I danni alla salute causati dall'esposizione prolungata a polveri sottili. FONTE: Regione Lombardia.

I danni alla salute causati dall’esposizione prolungata a polveri sottili. FONTE: Regione Lombardia.

Le proposte delle Nazioni Unite

Nel 2018 le Nazioni Unite hanno lanciato la campagna “Be the solution to soil pollution”. Per realizzare questo obiettivo in ambito urbano, sarebbe opportuno che gli amministratori dei centri urbani seguissero alcune precise regole di gestione del verde, dei suoli e delle vie cittadine. In questo modo, potrebbero ridurre la concentrazione di PM nell’aria. Ne indichiamo cinque:

  • Corretta gestione del suolo urbano secondo buone pratiche agronomiche che ne favoriscano la strutturazione e l’infiltrazione dei PM.
  • Inerbimento delle porzioni di suolo scoperto, così da impedire la sospensione in atmosfera delle particelle fini del suolo, limo e argilla.
  • Potature mirate e introduzione di specie arbustive al posto di quelle arboree in ambienti “angusti” come piazze e viali circondati da palazzi che rallentano la circolazione delle correnti e aumentano le concentrazioni di PM sotto chioma.
  • Maggiore attenzione alla qualità e composizione dei materiali usati nei suoli urbani; alcune “terre” o pietre derivanti da serpentinite, anfibolite e pirossenite possono contenere tracce di amianto. L’impiego di materiale caratterizzato da pH acido può favorire la mobilizzazione di metalli pesanti.
  • Soprattutto nella stagione secca, aumentare la frequenza dei lavaggi delle strade per rimuovere la maggior quantità possibile di polveri e materiali inquinanti che possono essere re-involati.
* Gli autori
Stefania Cocco

Professore associato di Pedologia, PhD in Geobotanica e Geomorfologia. Interessi di ricerca: genesi di suoli agrari, forestali, urbani e subacquei; suolo e cambio climatico; rizosfera; soluzioni ecologiche; mineralogia del suolo; erosione idrica; suoli di ambienti aridi; suoli alpini e artici; paleosuoli; Oxisols.

Valeria Cardelli

PhD in pedologia. Collabora con università spagnole e americane per lo studio di suoli forestali e naturali, e sul reimpiego di materiali di scarto in agricoltura. Titolare di assegno di ricerca su riuso sostenibile di scarti di estrazione di idrocarburi.

Dominique Serrani

PhD in Pedologia. Studia gli effetti dello slash and burn sulla fertilità di suoli di sistema agroforestale in Mozambico. Titolare di assegno di ricerca sulla misura dell’erosione e sul monitoraggio della fertilità del suolo in ambienti collinari dell’Italia centrale.

Lorenzo Camponi

Dottore Forestale, CONAF Marche, attualmente dottorando in Pedologia. Si interessa di valutazione degli effetti dei cambi d’uso del suolo su differenti tipologie colturali in ambiente agro-forestale. In particolare: valutazione degli effetti sui parametri fisico-chimici della componente organica del suolo in foreste in conversione; valutazione degli effetti della gestione sulla rizosfera di nocciolo.

Andrea Salvucci

Dottore Agronomo, CONAF Marche. Attualmente dottorando in Pedologia. Si interessa di caratterizzazione pedologica e miglioramento di suoli salini.