8 Luglio 2022

Dal 2017 l’isola di Capraia nell’arcipelago toscano sta sviluppando iniziative per diventare la prima isola-biodistretto del Mediterraneo. Durante l’ultimo incontro tra i promotori, Re Soil Foundation ha presentato la rete di realtà-modello, simbolo di eccellenza per tutela dei servizi ecosistemici e di cura del suolo

di Emanuele Isonio

 

Una piccola isola al centro del Santuario internazionale dei mammiferi marini. Una perla nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Ma da qualche anno anche un laboratorio di economia circolare: è Capraia Smart Island. A portarlo avanti, Chimica Verde Bionet insieme a un importante board di partner scientifici: l’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale per le Ricerche (CNR-IIA), il Kyoto Club, ITABIA Italian Biomass Association e ASA SpA.

L’importanza della cura del territorio nelle isole minori

Per la possibilità di testare modelli di sostenibilità, le isole minori sono spesso oggetto di studi da parte della Commissione Europea e dei maggiori centri di ricerca nazionali e internazionali. Infatti, la netta separazione geografica e sociale rende questi contesti territoriali assimilabili a laboratori a cielo aperto di grande interesse.

La finalità del progetto è quella di spingere l’immaginazione ben oltre le bellezze inestimabili naturali. Come? Lavorando sulla massima sostenibilità di tutte le filiere produttive del luogo per rendere Capraia un esempio per le tante isole minori del mar Mediterraneo. Una sorta di “faro” verso un sistema economico capace di rigenerarsi in autonomia.

Un focus sull’agricoltura “eroica”

Per questo, ogni anno gli eventi racchiusi in Capraia Smart Island vengono dedicati a un tema in particolare. Quello 2022 punta a enfatizzare il ruolo e le opportunità della cosiddetta “agricoltura eroica”. Una tipologia di coltivazione svolta in condizioni estreme ma estremamente utili per continuare a prendersi cura di territori destinati altrimenti all’abbandono, all’erosione e al progressivo degrado, con tutte le conseguenze in termini di sicurezza idrogeologica. Inevitabilmente l’agricoltura eroica è la normalità in molte isole minori. Le aziende agricole locali diventano così presidi fondamentali per la tutela della loro biodiversità locale. Studiarne le caratteristiche, le tipicità e l’approccio può diventare un modo per diffondere le best practice in territori simili.

Fare rete e trovare modelli da imitare, in questo senso, diventa essenziale. Non a caso, durante il convegno di Capraia Smart Island organizzato a metà giugno, Re Soil Foundation è stata invitata a presentare il proprio network di lighthouse farms.

Aziende e realtà agricole virtuose, che, come da definizione della Mission Soil della UE, sono in grado di produrre cibo e servizi ecosistemici in modo sostenibile, con grande attenzione al suolo, e mettono in campo attività sperimentali e di dimostrazione di soluzioni innovative che generino impatti positivi per l’ambiente.

Le buone pratiche in campo

“Queste aziende – ha spiegato Margherita Caggiano, responsabile Comunicazione di Re Soil Foundation – dimostrano cosa può essere raggiunto sfruttando soluzioni innovative in grado di generare impatti positivi dal punto di vista bio-fisico e socio economico. Le lighthouse farms sono definite in base ai diversi tipi di uso del suolo: aziende agricole, foreste, aree industriali, aree urbane e aree protette

L’obiettivo delle Lighthouse è quello di dimostrare che una realtà produttiva può essere sul mercato ma al contempo produrre cibo e servizi ecosistemici sostenibili per il suolo, utilizzando buone pratiche e sfruttando le innovazioni. In questo modo, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi specifici individuati dalla Commissione Europea, e diventa attivatore sui territori della transizione verso sistemi meno impattanti.

Come nasce la rete di Lighthouse farms di Re Soil

Nei mesi scorsi Re Soil Foundation ha iniziato un’attività di mappatura e monitoraggio sul territorio nazionale per individuare aziende agricole di eccellenza e rappresentative delle diversità presenti sul territorio nazionale, concentrandosi sull’applicazione delle buone pratiche colturali e delle innovazioni per la gestione della risorsa suolo. Questa attività è stata svolta in collaborazione con un gruppo tecnico-scientifico multidisciplinare. La rete sarà continuamente implementata ed aggiornata proprio per raccogliere tutte quelle esperienze di innovazione e tutela del suolo che possano aiutare nel fornire soluzioni ambientalmente sostenibili per l’agricoltura moderna.

Re Soil Foundation avrà il ruolo di facilitatore e connettore delle diverse realtà: favorendo cioè lo scambio di conoscenza sulle soluzioni adottate dalle diverse aziende, agevolando le interazioni reciproche, promuovendo azioni di assistenza tecnica attraverso partnership con centri di ricerca e attori pubblico o privati. Inoltre, stimolerà ed agevolerà la partecipazione delle Lighthouse farms a progetti finanziati a livello regionale, nazionale ed europeo, per facilitare il passaggio verso forme di agricoltura che pongano la tutela e funzionalità del suolo al centro del loro lavoro.