31 Maggio 2022

Il dato è contenuto nella relazione annuale del consorzio Biorepack, che si occupa del riciclo organico degli imballaggi in bioplastiche compostabili. L’anno scorso sono state riciclate 38.400 tonnellate, pari al 51,9% del totale. Il target minimo fissato per legge era del 50% da raggiungere fra 4 anni

di Emanuele Isonio

 

Con quattro anni di anticipo rispetto al 2025, l’Italia ha raggiunto gli obiettivi fissati dalla legge nazionale e dalla normativa europea per il riciclo delle bioplastiche compostabili insieme ai rifiuti organici. L’anno scorso sono stati infatti immesse sul mercato 74mila tonnellate di imballaggi realizzati con tali materiali. Di queste, 38400 tonnellate sono state riciclate organicamente. A rivelarlo è la relazione delle attività 2021 che il consorzio Biorepack ha presentato nella sua assemblea annuale a Milano.

Vicino l’obiettivo 2030

Risultati positivi, secondo i vertici del consorzio, visto che l’obiettivo di legge per il 2025 era pari al 50% e quello per il 2030 è già oggi a portata di mano.

Il tasso di riciclo organico delle bioplastiche compostabili nell'anno 2021. FONTE: Relazione annuale 2021 BIOREPACK

Il tasso di riciclo organico delle bioplastiche compostabili nell’anno 2021. FONTE: Relazione annuale 2021 BIOREPACK

“Questi numeri, dopo appena un anno dalla nascita di Biorepack dimostrano quanto sia stato importante aver creato questo nuovo consorzio all’interno del sistema CONAI per garantire un trattamento corretto all’innovativo comparto delle bioplastiche compostabili” ha commentato il presidente del consorzio, Marco Versari.

Nella relazione annuale si ricorda che, in appena un anno di attività, le imprese consorziate sono passate da 6 a 202 e che 330 organismi si sono convenzionati. Di questi, 209 sono Comuni (singoli o associati), altri 102 sono soggetti gestori deputati alla raccolta dell’umido urbano, 10 sono enti di governo del servizio rifiuti e 9 sono gestori di impianti di trasferenza o di riciclo organico. La convenzione firmata con Biorepack permette loro di accedere ai corrispettivi economici previsti per chi effettua una raccolta dei rifiuti in bioplastiche compostabili insieme all’umido. Peraltro, tale modalità di riciclo è diventato un obbligo su tutto il territorio nazionale dal 1° gennaio scorso.

61% della popolazione coperta dalla raccolta

“Ricordo – prosegue Versari – che l’Allegato Tecnico firmato con CONAI e con l’Associazione dei Comuni italiani (Anci) che ha dato il via ufficiale alla possibilità di consorziarsi con Biorepack ha visto la luce solo il 20 ottobre 2021. Segno tangibile di quanto il nostro consorzio venga percepito come un valido alleato nella gestione di questi materiali post-consumo, garantendo importanti risorse economiche ai Comuni e ai soggetti da loro delegati per la raccolta differenziata”.

In base all’accordo stipulato con l’Anci, Bioperack riconosce infatti dei contributi per far fronte all’organizzazione della raccolta differenziata, del trasporto e del trattamento dei rifiuti in bioplastica compostabile. Il loro importo sale con l’aumentare della qualità della raccolta. Se la frazione di materiali estranei è inferiore al 5%, gli importi arrivano a 250 euro a tonnellata. Nel 2021 – rivela la relazione – i corrispettivi economici riconosciuti ai 303 soggetti convenzionati sono stati di 7,5 milioni di euro.

I dati dei Comuni italiani che hanno sottoscritto la convenzione con il consorzio BIOREPACK e popolazione servita. FONTE: Relazione annuale 2021 BIOREPACK

I dati dei Comuni italiani che hanno sottoscritto la convenzione con il consorzio BIOREPACK e popolazione servita. FONTE: Relazione annuale 2021 BIOREPACK

Molto indietro Sud e Isole

Le 303 convenzioni firmate finora coprono 3706 Comuni italiani, nei quali vive più del 60% della popolazione italiana. Ma la distribuzione territoriale evidenzia quanto divario ci sia tra le diverse aree del Paese: la copertura infatti arriva al 79% del totale nel Nord Est, 50% nel Nord Ovest, 49% nel Centro. Più indietro la situazione per Sud e Isole, dove la copertura è rispettivamente del 29% e 14%.

“Auspichiamo – ha aggiunto Versari – che i Comuni e i soggetti da loro delegati alla raccolta rifiuti nelle regioni del Mezzogiorno colmino rapidamente questo divario. Convenzionarsi significa infatti poter accedere a risorse economiche che si rivelano cruciali, soprattutto per le realtà territoriali di medio-piccole dimensioni. E sono uno stimolo ad effettuare nel migliore dei modi la raccolta differenziata della frazione umida, essenziale anche in chiave ambientale”.

Comuni convenzionati con il consorzio BIOREPACK: distribuzione territoriale della popolazione servita. FONTE: Relazione annuale 2021 BIOREPACK

Comuni convenzionati con il consorzio BIOREPACK: distribuzione territoriale della popolazione servita. FONTE: Relazione annuale 2021 BIOREPACK

Un aiuto all’aumento del compost

Dal punto di vista agronomico separare l’organico dal resto dei rifiuti è importante per restituire al terreno materia viva e fertile. “La fertilità dei suoli dipende essenzialmente dalla presenza di sostanza organica” spiega Enzo Favoino, ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza e Coordinatore del Comitato Scientifico di Zero Waste Europe. “Non a caso, gli scienziati del suolo parlano di ‘stato di pre-desertificazione’ quando i terreni si impoveriscono eccessivamente di sostanza organica. Restituendo quest’ultima ai suoli, ne esaltiamo la fertilità sotto tutti i punti di vista: dalla capacità di ritenzione idrica, alle attività dei microorganismi del suolo, alla disponibilità degli elementi nutritivi”.

In questo processo di restituzione, anche le bioplastiche compostabili giocano un ruolo centrale. Essendo in grado di trasformarsi in compost negli impianti di trattamento, permettono di aumentare i tassi di raccolta e quindi di compost prodotto.

“I sacchetti biodegradabili e compostabili hanno contribuito a rendere l’Italia il Paese europeo che raccoglie più frazione organica. Insieme all’organico ora devono essere conferiti nell’umido i sacchetti della spesa, le cialde del caffè realizzate in materiale compostabile, i nuovi imballaggi. Utilizzare i sacchetti compostabili per raccogliere la frazione umida, migliora anche la qualità della raccolta perché riduce i contaminanti plastici nel terreno” ricorda Versari. Un problema che a livello planetario è enorme ma assai meno noto di quanto sia l’inquinamento da plastica in mari e oceani. La FAO, mesi fa, ricordava che “la terra che usiamo per coltivare il nostro cibo è sottoposta a un inquinamento da parte di contaminanti plastici molto maggiore rispetto al mondo marino”.