11 Agosto 2025

Le torbiere del Congo? Hanno più di 40.000 anni

,

Uno studio internazionale ha evidenziato come alcune delle principali torbiere tropicali del Pianeta abbiano iniziato a formarsi molto prima di quanto si pensasse. Una scoperta che rimarca l’importanza di queste ultime per il ciclo globale del carbonio

di Matteo Cavallito

Le torbiere nella regione del Bacino del Congo, uno dei maggiori depositi di carbonio a livello globale, sarebbero assai più antiche di quanto si pensasse. In base ai nuovi calcoli realizzati da un gruppo di ricercatori, infatti, la nascita di questo particolare ecosistema tropicale potrebbe essere retrodata di oltre 20 secoli. Una revisione che ha importanti implicazioni sulla stima del carbonio totale conservato nell’area e sul ruolo di quest’ultima a fronte del cambiamento climatico.

“Queste foreste palustri di torba costituiscono un deposito di carbonio di importanza globale, con un ammontare di elemento sequestrato equivalente a tre anni di emissioni da combustibili fossili nel mondo”, ha spiegato in una nota Greta Dargie, ricercatrice dell’Università di Leeds e co-autrice della ricerca che ha coinvolto diverse istituzioni accademiche internazionali. “Ora sappiamo anche si tratta anche di alcune tra le più antiche torbiere tropicali del Pianeta”.

Nelle torbiere del Congo 29 miliardi di tonnellate di carbonio

L’area osservata “si estende lungo l’equatore, comprendendo circa 360.000 km² di zone umide condivise tra la Repubblica del Congo (ROC) e la Repubblica Democratica del Congo (RDC)”, si legge nello studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters. “Secondo le stime, 167.600 km² di questa superficie umida sono coperti da foreste con depositi di torba sottostanti caratterizzati da uno spessore medio di 170 centimetri”. Il dato è il risultato di un’altra ricerca condotta dalla stessa università britannica nel 2022 che aveva corretto al rialzo le precedenti stime sulla loro estensione.

Lo studio, in particolare, aveva sottolineato come queste ultime coprissero il 36% dell’area delle torbiere tropicali del Pianeta conservandone da sole il 28% del carbonio in esse stoccato. Ovvero 29 miliardi di tonnellate. Le ricerche condotte nell’ultimo decennio hanno evidenziato l’importanza di questi ambienti e di questa regione per il ciclo globale del carbonio. Le ultime scoperte sulla reale età delle torbiere pongono ora ulteriore enfasi su questo aspetto.

Ecosistemi vecchi di 42mila anni

L’indagine ha preso il via con una raccolta si campioni di torba sul campo a una profondità massima di 6 metri. Il materiale – frutto di oltre 50 carotaggi in tutta la zona centrale del Bacino del Congo – è stato quindi datato con il metodo del radiocarbonio. In questo modo gli scienziati sono riusciti a determinare quando la torba avesse iniziato a formarsi nei vari punti campionati. Scoprendo, non senza sorpresa, che alcune delle torbiere più antiche avevano avuto origine in un periodo caratterizzato, secondo gli studiosi, da un clima regionale molto più secco rispetto a quello attuale.

“Sono alcune delle nuove datazioni basali a risultare molto più vecchie rispetto a quelle precedenti, indicando che la formazione della torba nel Bacino centrale del Congo è avvenuta in più località già nel tardo Pleistocene”, spiegano gli autori.

“La più antica risale a 42.300 anni fa (intervallo calibrato: 41.200–43.800 anni) e caratterizza quella congolese come una delle torbiere tropicali ancora esistenti più longeve al mondo oltre a renderla due volte più vecchia di quanto si pensasse in precedenza”.

Domande per il presente

E le implicazioni per il presente non mancano. “La nostra precedente ipotesi di lavoro era che la torba avesse iniziato a formarsi in risposta a un clima più umido all’inizio dell’epoca olocenica, circa 12.000 anni fa”, ha spiegato Ifo Suspense, docente di ecologia delle foreste tropicali presso la University of Marien Ngouabi di Brazzaville, nella Repubblica del Congo. “Ora però sappiamo che devono essere stati altri fattori, oltre al clima, a rendere i suoli abbastanza umidi e saturi d’acqua da permettere la formazione della torba.

Questa scoperta solleva interrogativi su come il paesaggio torboso — e la grande quantità di carbonio che esso immagazzina — reagiranno ai cambiamenti climatici del XXI secolo“.

L’esplorazione petrolifera è l’ultima minaccia

La retrodatazione delle torbiere suggerisce come queste ultime siano state particolarmente resilienti ai mutamenti del clima attraverso i millenni riuscendo a conservare un’enorme quantità di carbonio per moltissimo tempo. “L’età particolarmente avanzata evidenzia quanto queste torbiere siano preziose”, ha detto Pauline Gulliver, ricercatrice dell’Università di Glasgow. “La torba è presente qui da almeno quarantamila anni, assorbendo silenziosamente carbonio dall’atmosfera e immagazzinandolo in modo sicuro”. In caso di perdita, non sarebbe possibile rigenerarla “in una scala temporale sensata e compatibile con quella della società umana”.

Il messaggio è chiaro: se alterate nel loro equilibrio dalle attività antropiche queste aree potrebbero rilasciare enormi quantità di carbonio nell’atmosfera, aggravando il riscaldamento globale.

Senza contare i danni per le comunità locali, a cui le torbiere forniscono numerose risorse essenziali per sopravvivere, e la biodiversità delle specie ospitate. Fino a oggi, questi ecosistemi sono state largamente risparmiate da minacce come la deforestazione e il drenaggio. Ma negli ultimi tempi la tendenza sembra essere cambiata. Secondo l’ultimo rapporto della ONG Earth Insight, nel 2025 la Repubblica Democratica del Congo avrebbe avviato una campagna di esplorazione petrolifera senza precedenti mettendo all’asta 52 nuovi blocchi e portando a 124 milioni di ettari (il 53% del totale nazionale) l’ammontare complessivo della superficie del Paese attualmente sotto concessione.