29 Luglio 2021

Il dato contenuto in uno studio biennale WWF. Tra 22 e 25 miliardi di alberi sono ricresciuti in un territorio di quasi 59 milioni di ettari. Grazie a queste nuove foreste, assorbite 5,9 gigatonnellate di CO2, più delle emissioni annuali USA

di Emanuele Isonio

 

Ascolta “Rigenerazione forestale, in 20 anni è ricresciuta un'area grande come la Francia” su Spreaker.

Lasciamola stare, magari anzi aiutiamola creando condizioni favorevoli, e la natura si riapproprierà autonomamente dei propri spazi, con benefici per tutti. Il messaggio di fondo è contenuto in uno studio che il WWF ha portato avanti negli ultimi due anni all’interno di una joint venture denominata Trillion Trees, insieme a BirdLife International e Wildlife Conservation Society.

I ricercatori hanno studiato immagini satellitari e rilievi in 12 diversi Paesi mondiali, nei cinque continenti, per mappare le aree nelle quali le foreste si sono rigenerate, grazie all’aiuto fornito da programmi di conservazione. Il risultato non deve certo far dimenticare che la deforestazione mondiale prosegue a ritmi preoccupanti (anche nel 2020, nonostante il lockdown). Ma l’effetto è in ogni caso positivo: dal 2000, nel mondo sono ricresciute foreste per 58,9 milioni di ettari. In pratica, la superficie della Francia. In 20 anni, infatti la rigenerazione di zone boschive ha consentito la ricrescita spontanea di un numero di alberi compreso tra 22 e 25 miliardi di esemplari. Tutti insieme sono capaci di assorbire e imprigionare 5,9 miliardi di tonnellate di anidride carbonica: una quantità che supera le emissioni annuali degli Stati Uniti d’America.

effetto della rigenerazione forestale negli ultimi 20 anni

Sintesi degli effetti della rigenerazione forestale negli ultimi 20 anni. FONTE: WWF, 2021.

Rigenerazione spontanea e assistita

Ma che cosa s’intende per “rigenerazione forestale”? “È un tipo di approccio che limita al minimo l’intervento umano nella ricrescita spontanea delle foreste” spiega il WWF. “Nel caso più estremo, la rigenerazione avviene in modo del tutto naturale e l’uomo si limita solo a delimitare le aree di pascolo. Il ripristino spontaneo della copertura forestale avviene grazie a semi già presenti nel suolo o dispersi da foreste limitrofi”.

C’è poi la rigenerazione naturale assistita, nella quale gli interventi umani sono utilizzati per proteggere, velocizzare o arricchire il processo. I suoi interventi possono includere recinzioni, piantumazioni di arricchimento, controllo delle erbe infestanti, degli incendi. In questo tipo di rigenerazione è incluso anche l’intervento degli agricoltori, che gestiscono intenzionalmente la ricrescita degli alberi nelle loro aree agricole.

Il caso della Foresta atlantica brasiliana

Tra le aree di maggiore successo per la rigenerazione naturale, lo studio indica la Foresta Atlantica brasiliana: dal 2000 vi sono ricresciuti circa 4,2 milioni di ettari (più o meno l’estensione dei Paesi Bassi). Merito di una combinazione di progetti pianificati di ripristino della foresta, pratiche industriali sostenibili e un aumento della migrazione verso le città.

rigenerazione forestale foresta brasile

Mappa delle aree con un potenziale di rigenerazione naturale non assistita e assistita nella foresta atlantica brasiliana. FONTE: R. Crouzeilles et al. 2020.

Si tratta di dati in controtendenza rispetto a quelli che, sempre in Brasile, documentano ormai da tempo la rapida deforestazione dell’Amazzonia, ormai retrocessa a secondo polmone verde del pianeta. D’altro canto, gli stessi autori dello studio sottolineano come i segnali incoraggianti di rigenerazione non possano far abbassare la guardia. Il processo non può certo essere dato per scontato.

In tutto il Brasile, le foreste affrontano minacce rilevanti. Del gruppo fanno parte anche le foreste atlantiche, nonostante questi dati incoraggianti. “L’entita della deforestazione storica – ricordano i ricercatori WWF – è tale che l’area di questa foresta unica deve ancora più che raddoppiare. Se vogliamo raggiungere quella che gli scienziati considerano la soglia minima per la sua conservazione duratura, l’area dovrà passare dall’attuale 12% al 30% della sua estensione originaria”.

Ma la deforestazione corre di più

Anche a livello mondiale, la deforestazione procede ad una velocità certamente maggiore rispetto a quanto viene rigenerato. Lo stesso WWF, in un altro suo studio (Fronti di deforestazione) sviluppato su 24 aree mondiali, ha evidenziato come, in 13 anni dal 2004 al 2017 sia svanita un’area grande due volte il Regno Unito. Altre indagini hanno dimostrato che tra il 2001 e il 2019 circa 386 milioni di ettari di copertura arborea sono andati persi in tutto il mondo. Una cifra di 6,5 volte rispetto a quelle ‘rigenerate’.

Perdita foreste primarie: la top ten 2020. FONTE: World Resources Institute, 2021.

Perdita foreste primarie: la top ten 2020. FONTE: World Resources Institute, 2021.

Tra i casi positivi segnalati nello studio non c’è comunque solo il continente latinoamericano. Interessanti sono anche i risultati ottenuti per le foreste dell’area settentrionale della Mongolia, nelle quali sono stati rigenerati 1,2 milioni di ettari grazie all’impegno degli ambientalisti e del governo locale. Promettenti anche i numeri rilevati in diversi Paesi dell’Africa centrale e nelle foreste boreali in Canada.

I vantaggi della rigenerazione

“Sappiamo da molto tempo che la rigenerazione delle foreste naturali è spesso più economica, più ricca di carbonio e migliore per la biodiversità rispetto alle foreste piantate attivamente. Questa ricerca ci dice dove e perché la rigenerazione sta avvenendo e come possiamo ricreare quelle condizioni altrove” commenta William Baldwin-Cantello, direttore dell’unità delle Nature Based Solutions del WWF. “La scienza parla chiaro: se vogliamo evitare pericolosi effetti del cambiamento climatico e invertire la perdita della natura, dobbiamo sia fermare la deforestazione sia ripristinare le foreste naturali”.

Strategie di ripristino a confronto, con relativi costi, rischi di fallimento e benefici sociali, di sequestro di carbonio e tutela della biodiversità FONTE: R. Crouzeilles et al. 2020.

Strategie di ripristino a confronto, con relativi costi, rischi di fallimento e benefici sociali, di sequestro di carbonio e tutela della biodiversità FONTE: R. Crouzeilles et al. 2020.

Già lo scorso anno, un’analisi sviluppata dall’International Institute for Sustainability insieme al CIFOR (Centro Internazionale per la Ricerca Forestale) e all’organizzazione ambientalista statunitense Conservation Intenational aveva indagato costi ed efficacia dei diversi tipi di interventi in favore del patrimonio forestale. Molto nette le conclusioni dello studio: “La rigenerazione naturale assistita dovrebbe essere la strategia di ripristino predefinita da utilizzare. Essa può infatti fornire soluzioni basate sulla natura, ottimizzate a livello locale che affrontano contemporaneamente i cambiamenti climatici e forniscono benefici economici, sociali ed ecologici significativi alle persone”.

“Sfruttando la rigenerazione naturale – proseguono i ricercatori – i decisori politici possono compiere rapidi progressi verso i loro impegni di neutralità del degrado del suolo (LDN), rafforzare i loro Piani di azione climatica (NDC) previsti dall’Accordo di Parigi sul clima, sostenere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), prepararsi per gli obiettivi della Convenzione post-2020 sulla diversità biologica (CBD) e catalizzare lo sviluppo economico rurale”.