Un nuovo comitato lavorerà per la regolamentazione globale del settore della plastica. Alla fine del 2024 i Paesi dovranno impegnarsi a implementare nuove soluzioni di produzione e progettazione in base ai principi dell’economia circolare
di Matteo Cavallito
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Le Nazioni Unite accelerano sul contrasto all’inquinamento da plastica nel mondo. Con una risoluzione approvata nella sessione di mercoledì 2 marzo, i rappresentanti dell’Assemblea sull’Ambiente dell’ONU riuniti per l’occasione a Nairobi, in Kenya, fissano per la prima volta una data-obiettivo per l’atteso accordo vincolante. Entro la fine del 2024, infatti, dovrebbe vedere la luce un testo definitivo che imporrà ai Paesi il rispetto di una normativa capace di disciplinare “l’intero ciclo di vita della plastica a partire dalla progettazione fino alla produzione e allo smaltimento”.
L’intesa raggiunta accoglie implicitamente l’appello lanciato da alcune organizzazioni, come il WWF e la Ellen MacArthur Foundation, che nelle settimane precedenti avevano chiesto alle stesse Nazioni Unite di intervenire sul problema introducendo standard internazionali obbligatori fondati sul sostegno all’approccio circolare.
🚨BREAKING🚨
UN Environment Assembly adopts landmark resolution in the push to #BeatPlasticPollution at #UNEA5!
In a major win for people and planet, nations have committed to develop a legally binding agreement on plastic pollution. https://t.co/4fTBFQyBmS
— UN Environment Programme (@UNEP) March 2, 2022
Via a due anni di lavoro
La risoluzione unisce tre testi preliminari presentati da altrettanti Paesi e, soprattutto, istituisce un Comitato Negoziale Intergovernativo (INC), che inizierà il suo lavoro in questi mesi impegnandosi a licenziare un accordo globale legalmente vincolante entro un paio di anni. Il testo dovrà regolamentare il comparto della plastica, promuovendo soluzioni alternative nella progettazione di prodotti e materiali riutilizzabili e riciclabili.
Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) convocherà entro la fine del 2022 un forum aperto a tutte le parti interessate in concomitanza con la prima sessione dello stesso INC per condividere conoscenze e buone pratiche in diverse parti del mondo. Per raggiungere i traguardi prefissati, ha sottolineato l’ONU, sarà necessaria una maggiore collaborazione internazionale capace di facilitare l’accesso alla tecnologia.
La produzione di plastica? +17 mila per cento in 70 anni
Per comprendere l’importanza del provvedimento basta guardare alle cifre in gioco. Nello spazio di sette decenni (1950-2017), la produzione globale di plastica è passata da 2 a 348 milioni di tonnellate (più 17.300%). Secondo l’ONU, il settore, che fattura oggi 522,6 miliardi di dollari, raddoppierà la sua capacità produttiva già entro il 2040. A preoccupare, ovviamente, è l’impatto del materiale sull’inquinamento e il cambiamento climatico.
Entro il 2050 – rilevano ancora le Nazioni Unite – le emissioni di gas serra associate alla produzione, all’uso e allo smaltimento della plastica rappresenteranno il 15% del totale consentito in base agli accordi per la limitazione del riscaldamento globale.
La diffusione indiscriminata dei rifiuti, inoltre, finirà per esacerbare i problemi di contaminazione già noti che interessano tanto gli oceani quanto il suolo. Ad oggi i mari di tutto il mondo sono invasi da 11 milioni di tonnellate di scarti in plastica ogni anno. E l’ammontare potrebbe triplicare entro il 2040. Non meno preoccupante la condizione dei terreni. Anzi, se possibile, il problema dei contaminanti plastici nei campi è anche maggiore. Le filiere agricole – ha ricordato di recente la FAO – utilizzano ogni anno 12,5 milioni di tonnellate di prodotti in plastica. Altri 37,3 milioni di tonnellate vengono utilizzate negli imballaggi alimentari.

Stima delle quantità annue di plastica utilizzata nei terreni agricoli mondiali divise per tipologie di prodotto. FONTE: Assessment of Agricultural plastics and their sustainability. FAO, 2021
Il futuro è nelle scelte circolari
Difficile per il momento ipotizzare quali norme potranno essere previste dall’accordo per il 2024. Quel che è certo è che le regole fissate per l’occasione tenderanno a promuovere l’adozione di soluzioni fondate sul riuso. Il passaggio a un’economia circolare – ricorda l’ONU – può ridurre di oltre l’80% l’afflusso di plastica agli oceani. Portando inoltre a un calo del 55% nella produzione di materiale ex novo e a un abbassamento del 25% delle emissioni di gas serra. In questo modo, si stima, i governi potrebbero risparmiare 70 miliardi di dollari nei prossimi otto anni.
“Questo è l’accordo multilaterale ambientale più significativo dopo quello di Parigi del 2015. È una polizza assicurativa per questa generazione e per quelle future, che avranno la possibilità di convivere con la plastica senza diventarne vittime”, ha dichiarato Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’UNEP. “Parallelamente ai negoziati per un’intesa internazionale vincolante, l’UNEP lavorerà con tutti i governi e le imprese che lo desiderano per abbandonare la plastica monouso”. Ma anche “per coinvolgere la finanza privata e rimuovere le barriere agli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di una nuova economia circolare”.