L’aumento del numero di specie arboree stimola un maggiore sequestro di carbonio e azoto, spiega una ricerca canadese. Ma la biodiversità è in declino. Promuoverla significa mitigare il clima e ridurre il degrado del suolo
di Matteo Cavallito
Non è un mistero, ovviamente, che il suolo forestale contribuisca in modo decisivo a sottrarre carbonio all’atmosfera grazie al processo di fotosintesi delle piante. Assai meno noto, invece, è il peso di un fattore capace di rivelarsi decisivo nell’incrementare l’efficacia di questo processo: la varietà di specie arboree. A evidenziarlo è una ricerca pubblicata in questi giorni sulla rivista Nature.
Al crescere della diversità delle piante, sostengono i ricercatori, il sequestro dell’elemento può aumentare di oltre il 30%. Il problema, sottolinea tuttavia una nota diffusa dagli stessi autori, è che la biodiversità degli alberi si sta riducendo rapidamente a livello globale, “con conseguente degrado della funzionalità degli ecosistemi, compreso il suolo”. Per contro, “la conservazione della diversità delle foreste ne assicura la produttività e può far aumentare l’accumulo di carbonio e azoto nel terreno, contribuendo a sostenerne la fertilità e a mitigare il cambiamento climatico”.
Carbonio e azoto sotto esame
Il gruppo di ricerca, che include scienziati provenienti dalle università dell’Alberta, del New Brunswick e dell’Ontario, in Canada, del Michigan (USA) e di Tokyo, ha analizzato i dati del National Forest Inventory canadese. “Esaminando campioni organici del suolo provenienti da 361 aree e quelli minerali relativi a 245 zone”, si legge nella nota, “i ricercatori hanno analizzato la relazione tra la diversità arborea e i cambiamenti nella presenza degli elementi nelle foreste naturali”.
L’indagine, basata su un metodo statistico chiamato modellazione di equazioni strutturali, è stata condotta su due diversi censimenti realizzati in tempi diversi che hanno permesso di esaminare la ricchezza di biodiversità, ovvero il numero delle specie presenti, l’uniformità degli esemplari e la varietà di tratti funzionali, come il contenuto di azoto nelle foglie e l’altezza degli alberi adulti.
Il carbonio e l’azoto crescono del 32-50%
I risultati sono stati inequivocabili. “Nel complesso”, scrivono gli autori, “l’aumento della diversità arborea ha migliorato la cattura del carbonio nel suolo dal 30% al 32% e lo stoccaggio dell’azoto dal 42% al 50% su una scala temporale decennale”.
I risultati, in sintesi, “evidenziano che la conservazione e la promozione di foreste funzionalmente diversificate potrebbe favorire l’immagazzinamento dei due elementi nel suolo, aumentando sia la capacità di assorbimento sia la fertilità”.
In passato alcuni ricercatori si sono concentrati sulla differente efficacia di accumulo dimostrata dalle diverse varietà di alberi che operano in simbiosi con i microbi del suolo. Ma è la prima volta che uno studio quantifica l’effetto di promozione del sequestro di carbonio e azoto associato al grado di diversità di specie all’interno di un ecosistema.
Piante alleate del clima e del suolo
“Una maggiore diversità di specie si traduce in una miscela di differenti tipi di alberi con modi diversi di acquisire e immagazzinare la biomassa nei tronchi vivi, nelle radici, nei rami, nelle foglie e nei detriti vegetali morti e in decomposizione nel terreno”, ha spiegato Peter Reich, co-autore dello studio e direttore dell’Institute for Global Change Biology dell’Università del Michigan.
Le implicazioni sono evidenti. I risultati, spiega infatti Xinli Chen, ricercatore del Department of Renewable Resources della University of Alberta che ha partecipato allo studio, “evidenziano che la promozione della diversità arborea non fa solo aumentare la produttività, ma mitiga anche il cambiamento climatico globale e riduce il degrado del suolo“. Le conclusioni della ricerca, inoltre, evidenziano “l’importanza della conservazione della biodiversità ispirando i crescenti sforzi per sfruttare la capacità di sequestro del carbonio e dell’azoto da parte delle foreste”.