I numeri, non verificati da un’autorità indipendente, segnerebbero un’inversione di tendenza per l’Amazzonia dopo un 2022 particolarmente negativo. Aumentano multe e divieti. Ma crescono anche gli incendi, mai così estesi dal 2007
di Matteo Cavallito
Listen to “Effetto Lula In Amazzonia la deforestazione cala del 34� in sei mesi” on Spreaker.
Rallenta la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana, calata di un terzo circa su base annuale. Lo ha reso noto nei giorni scorsi il governo diffondendo i risultati di Deter, il sistema di rilevazione satellitare dell’INPE, l’Istituto nazionale di ricerche spaziali. A conti fatti, il disboscamento avrebbe interessato circa 2.650 km2 contro i quasi 4.000 del primo semestre 2022. Le cifre diffuse dalle autorità, rileva in ogni caso l’emittente britannica BBC, non sono state sottoposte a una verifica indipendente.
Dal punto di vista dell’esecutivo, ovviamente, i numeri assumono un implicito valore politico evidenziando un’inversione di rotta rispetto ai trend emersi durante la presidenza di Jair Bolsonaro. “Il calo del 34% registrato tra gennaio e giugno di quest’anno in Amazzonia arriva dopo un aumento del 54% rilevato da agosto a dicembre 2022 sotto il precedente governo”, osserva una nota ufficiale.
Os dados foram apresentados em entrevista coletiva no MMA, em Brasília, nesta quinta-feira (6/7).https://t.co/Pgwe7REXUf
— Ministério do Meio Ambiente e Mudança do Clima (@mmeioambiente) July 7, 2023
Un 2022 da dimenticare per l’Amazzonia
Il 2022 è stato l’annus horribilis dell’Amazzonia. Nello spazio di 12 mesi, aveva segnalato la Ong brasiliana Imazon, il territorio aveva ceduto l’equivalente di quasi 3.000 campi da calcio al giorno. Tra gennaio e dicembre 2022, la distruzione aveva interessato 10.573 chilometri quadrati portando il totale dell’ultimo quadriennio oltre quota 35.000.
Nei primi mesi del 2023 si erano registrati dati contraddittori. A gennaio la deforestazione aveva fatto registrare un calo del 61% su base annuale. A febbraio il disboscamento complessivo dell’Amazzonia era stato pari a 322 chilometri quadrati, il 62% in più rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, il dato mensile più alto mai registrato.
Un’inversione di tendenza
Accusato per anni di aver contribuito all’accelerazione del fenomeno alleggerendo norme e controlli, Bolsonaro, eletto alla fine del 2018, è stato sconfitto alle elezioni di ottobre 2022 dal candidato progressista Lula da Silva, già capo di Stato dal 2003 al 2011. Quest’anno, ricorda il governo, l’Istituto Brasiliano delle risorse naturali rinnovabili e ambientali (IBAMA) – un ente del Ministero dell’Ambiente – ha intensificato controlli e sanzioni.
Le multe per i reati contro le risorse naturali, in particolare, sarebbero aumentate del 166% rispetto alla media dei semestri gennaio-giugno degli ultimi quattro anni. Inoltre, “gli embarghi – ovvero i divieti di utilizzo di aree disboscate illegalmente – sono cresciuti del 111% e i sequestri sono saliti del 115%”. Infine, “la ripresa degli embarghi a distanza, paralizzati sotto il precedente governo, ha già portato al divieto di utilizzo di 206.000 ettari di aree illecitamente deforestate”.

Secondo le stime di Deter, il sistema di rilevazione satellitare dell’Istituto nazionale di ricerche spaziali brasiliano, tra gennaio e giugno di quest’anno la deforestazione in Amazzonia è diminuita del 33,6% nel confronto con il primo semestre 2022. Immagine: Ministério do Meio Ambiente e Mudança do Clima, luglio 2023
Ma gli incendi sono in aumento
All’inizio di quest’anno, Lula ha decretato il riconoscimento di sei nuove riserve delle comunità native, vietando l’estrazione mineraria e limitando l’agricoltura commerciale. “I leader indigeni hanno accolto con favore la mossa”, segnala la BBC, “ma hanno sottolineato che è necessario proteggere ulteriori zone”. Nel frattempo, alle buone notizie diffuse in questi giorni si accompagna però il dato preoccupante sulla diffusione delle fiamme.
Nel solo mese di giugno, il monitoraggio satellitare ha rilevato 3.075 incendi in Amazzonia, il numero più alto dal 2007. “Molti dei roghi, che rilasciano grandi quantità di emissioni di carbonio, sono ricollegabili ala distruzione di aree precedentemente deforestate”, ha concluso l’emittente britannica.