Tra Amazzonia, altopiano del Tibet e Antartide esiste una connessione fatta di alterazioni climatiche collegate tra loro, spiega uno studio cinese. Una volta che in una regione si raggiunge il cosiddetto punto di ribaltamento, il fenomeno si innesca in un’altra area del Pianeta
di Matteo Cavallito
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La deforestazione in Amazzonia può produrre effetti diretti sul clima di altre regioni del Pianeta molto distanti tra loro, come l’Antartide o l’altopiano del Tibet. È l’ipotesi avanzata da un gruppo di scienziati cinesi in una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Climate Change. Secondo gli autori, ricorda la Ong americana Mongabay, il clima della Terra è il risultato di una complessa rete di interazioni tra atmosfera, oceani, terra, ghiaccio e biosfera.
Il problema è che molti di questi elementi sono oggi spinti verso soglie critiche oltre le quali i cambiamenti rischiano di vivere di vita autonoma e di diventare permanenti “causando, in ultima analisi, il passaggio dell’intero sistema Terra a un nuovo stato, probabilmente ostile alla vita nelle sue forme attuali”. La ricerca parte proprio da questo presupposto analizzando gli effetti della reazione a catena.
La ricerca
“I componenti del sistema Terra che hanno una soglia critica oltre la quale un sistema si riorganizza sono chiamati elementi di ribaltamento”, ha spiegato Jingfang Fan, ricercatore presso l’Università Normale di Pechino in Cina e l’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico (PIK) in Germania e co-autore dello studio, ripreso da Mongabay. Tra questi elementi spiccano il bioma della foresta amazzonica, le calotte glaciali dell’Antartide orientale e occidentale, il permafrost artico e la Grande barriera corallina.
Una volta che in una regione si raggiunge il cosiddetto punto di ribaltamento, sottolineano gli scienziati, è possibile che il fenomeno si inneschi di riflesso in un’altra area del Pianeta.
Analizzando un numero enorme di misurazioni orarie della temperatura dell’aria in oltre 65.000 località e operando simulazioni al computer per prevedere cambiamenti climatici futuri, gli autori hanno descritto in termini matematici queste relazioni. I numeri hanno mostrato ad esempio l’esistenza di una connessione evidente tra le temperature anomale registrate in Amazzonia e in Tibet negli ultimi 40 anni. Analoga relazione è stata riscontrata tra i dati termici del principale polmone del Pianeta e la calotta glaciale dell’Antartide occidentale.

Le possibili connessioni (linee gialle tratteggiate) tra gli elementi di ribaltamento (esagoni numerati) della Terra. Le linee rosse solide mostrano le connessioni a distanza scoperte nello studio, le frecce indicano la direzione dell’effetto. Immagine: Liu, T., Chen, D., Yang, L. et al. “Teleconnections among tipping elements in the Earth system”. Nat. Clim. Chang. 13, 67–74 (2023). https://doi.org/10.1038/s41558-022-01558-4 Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Dall’Amazzonia al Tibet
Nello studio i ricercatori hanno osservato come la deforestazione dell’Amazzonia, prodotta dagli incendi dolosi, abbia generato effetti sull’altopiano tibetano in base a modelli di circolazione atmosferica e oceanica. “Il vento o le correnti oceaniche possono trasportare le polveri o le particelle di carbonio create dall’incendio della foresta amazzonica verso l’altopiano tibetano”, ha spiegato ancora Fan. Il fenomeno avrebbe contribuito a riscaldare l’atmosfera e a sciogliere la neve.
Secondo l’indagine, la copertura nevosa dell’altopiano starebbe perdendo stabilità già dal 2008. Questo aspetto non sarebbe altro che la manifestazione del già citato elemento di ribaltamento. Anche se non è ancora chiaro se e quanto il territorio possa definirsi vicino al suo punto di svolta.
Fenomeni sempre più frequenti e minacciosi
“L’alto grado di sincronizzazione degli eventi estremi nell’area della foresta amazzonica e nell’altopiano tibetano supporta l’esistenza di una connessione a distanza“, si legge nella ricerca. “Inoltre, abbiamo fornito un forte supporto all’ipotesi che la copertura nevosa dell’altopiano sia più instabile”.
Il riscaldamento globale, aggiungono gli autori, rischia di “spingere alcuni elementi cardine del sistema Terra a mutamenti bruschi o irreversibili, dal collasso delle calotte glaciali e lo scongelamento del permafrost, ai cambiamenti dei monsoni e al deperimento delle foreste”.
Non è quindi casuale, precisa lo studio, che alcuni fenomeni che insorgono nel contesto del cambiamento climatico, come alluvioni, siccità e innalzamento del livello del mare, siano diventati più frequenti e minacciosi. Questi cambiamenti, inoltre, “finiscono per influenzare le caratteristiche delle società e il funzionamento dell’economia”.