Il clima può far calare del 70% il sequestro di metano in Amazzonia
Uno studio rivela come l’assorbimento di metano da parte del suolo forestale in Amazzonia diminuisca fortemente in condizioni di caldo e siccità. Mentre la produzione dello stesso gas aumenta in seguito alle forti piogge
di Matteo Cavallito
Ascolta “Il clima può far calare del 70% il sequestro di metano in Amazzonia” su Spreaker.
L’aumento della temperatura e l’andamento dei livelli di umidità, tra piogge eccessive o fenomeni siccità, in Amazzonia contribuirebbero a far aumentare il volume dei microrganismi che emettono metano nelle aree inondate. Un fenomeno alimentato dal cambiamento climatico che potrebbe ridurre significativamente il potenziale di assorbimento di questo gas serra nelle foreste. Lo sostiene uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di São Paulo (USP) in Brasile e pubblicato sulla rivista Environmental Microbiome.
Alla luce dei risultati, le politiche di conservazione degli ecosistemi sono ancora più importanti, affermano i ricercatori citati in un articolo diffuso dalla FAPESP, la Fondazione per il sostegno alla ricerca dello Stato di São Paulo, a firma Julia Moióli.
Le pianure alluvionali sono un’importante fonte di emissione di metano
La produzione di metano aumenta per l’attività di decomposizione della materia organica da parte dei microbi. “Le pianure alluvionali stagionali nel bacino amazzonico sono importanti fonti di metano mentre le foreste montane sono note per la loro capacità di assorbimento”, afferma lo studio che ha coinvolto anche il Netherlands Institute of Ecology, le università di Stanford del Massachusetts e dell’Oregon, negli Stati Uniti, e l’Università Federale del Pará Occidentale (UFOPA) di Santarém, in Brasile.
Al tempo stesso, “Gli effetti del cambiamento climatico, tra cui la variazione dei modelli di precipitazioni e l’aumento delle temperature, possono alterare le funzionalità delle comunità microbiche del suolo, portando a cambiamenti imprecisati nelle dinamiche del ciclo del metano“.
Secondo le stime, ricorda la FAPESP, le pianure alluvionali dell’Amazzonia contribuiscono fino al 29% delle emissioni globali di metano delle zone umide. Per almeno sei mesi all’anno più di 800.000 km2 di questi territori, pari al 20% della superficie totale della foresta, restano sommersi sotto diversi metri d’acqua a causa delle piogge costanti e dell’innalzamento dei livelli dei fiumi.
La foresta montana è sensibile al cambiamento climatico
Nel corso dell’indagine, gli autori hanno condotto un esperimento riscaldando campioni di suolo (da 27°C a 30°C per simulare un aumento della temperatura di 3°C) provenienti da due pianure alluvionali situate rispettivamente presso il Rio delle Amazzoni e il fiume Tapajós e da una foresta montana. I ricercatori hanno quindi osservato le dinamiche delle comunità microbiche nello spazio di 30 giorni attraverso il sequenziamento genetico e l’analisi dei flussi di metano. “Nelle pianure alluvionali, le variazioni di temperatura non hanno influenzato in modo significativo la composizione microbica complessiva e i flussi di questo gas”, spiega lo studio, ma il numero di microrganismi emittenti metano è aumentato.
“Al contrario, nella foresta di montagna, la temperatura più elevata ha causato la trasformazione di quest’ultima da serbatoio a fonte di emissioni in caso di allagamento e ha ridotto la capacità di assorbimento del metano in condizioni di siccità”.
Nel dettaglio, ricorda la FAPESP, il consumo di metano da parte del suolo della foresta montana è diminuito del 70% in condizioni di caldo e siccità, mentre la produzione dello stesso gas è aumentata significativamente durante i periodi di forti piogge. Ciò significa che il microbioma della foresta montana è sensibile al cambiamento climatico e, come tale, potrebbe sperimentare un’alterazione dell’equilibrio delle emissioni di gas serra nella regione in futuro.
Le informazioni sono giù utili per pianificare nuove politiche
La ricerca, insomma, evidenzia come il microbiota e il ciclo del metano in Amazzonia saranno influenzati dal cambiamento climatico. Secondo gli scienziati è dunque ipotizzabile un aumento delle emissioni pur accompagnato da una crescita del numero di microrganismi metanotrofi che utilizzano questo composto come fonte di energia e hanno quindi il potenziale per compensarne l’incremento.
In questo contesto, gli autori intendono ora condurre ulteriori esperimenti sul campo e indagini di laboratorio con i microrganismi per comprendere più a fondo le dinamiche del ciclo del metano. Le informazioni fin qui raccolte, spiega ancora FAPESP, sono comunque già utili per la formulazione di politiche di tutela dell’ecosistema amazzonico. L’alterazione dell’equilibrio delle emissioni nella regione, in ogni caso, rappresenta un problema molto significativo.

Foto: Marcelo Castro Attribution 3.0 Unported CC BY 3.0 Deed
Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
pickpik royalty free
Re Soil Foundation


