23 Settembre 2024

Caldo e siccità favoriscono la perdita di carbonio nelle foreste tropicali

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In futuro il clima più caldo e secco impatterà sul bilancio di carbonio delle foreste, spiega uno studio americano. Accelerando la perdita dell’elemento più vecchio e riducendo l’apporto di quello nuovo

di Matteo Cavallito

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Il cambiamento climatico favorirà la perdita di carbonio dalle foreste tropicali a causa del riscaldamento e dell’inaridimento del suolo. Lo segnala una ricerca del Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL), un centro di ricerca del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, pubblicata su Nature Communications. L’indagine, che ha coinvolto scienziati provenienti dalla Colorado State University e dallo Smithsonian Tropical Research Institute ha evidenziato in particolare come il fenomeno si manifesti attraverso il degrado dell’elemento organico immagazzinato da più tempo.

Occhi puntati sul bilancio di carbonio

Le foreste tropicali, osservano gli autori in una nota, scambiano più CO2 con l’atmosfera di qualsiasi altro bioma terrestre e immagazzinano quasi un terzo delle riserve globali dell’elemento nel suolo. Significativa è la velocità dell’interscambio che caratterizza il bilancio stesso dell’elemento. Le foreste situate ai tropici, infatti, presentano anche il più breve tempo di residenza medio per il carbonio sulla Terra (6-15 anni),

Ciò significa che “qualsiasi cambiamento negli apporti o nelle emissioni dell’elemento (compresa la CO2 emessa dal suolo) potrebbe avere conseguenze ampie e relativamente rapide sul bilancio degli ecosistemi tropicali e sulle retroazioni carbonio-clima”.

In futuro, dicono le stime, i tropici saranno soggetti a un clima più caldo e secco con fenomeni di siccità più intensa. Le conseguenze, ovviamente, saranno evidenti. “Le foreste tropicali rappresentano oltre il 50% del serbatoio globale di carbonio terrestre, ma il cambiamento climatico minaccia di alterare il bilancio di questi ecosistemi”, spiega lo studio.

Flussi netti di gas serra dalle foreste mondiali. Periodo 2001-2019. FONTE: Global Forest Watch.

Flussi netti di gas serra dalle foreste mondiali. Periodo 2001-2019. FONTE: Global Forest Watch.

Lo studio

La ricerca è stata realizzata nelle foreste tropicali di Panama dove gli autori hanno riscaldato alcune porzioni di suolo in condizioni diverse valutando gli effetti sull’elemento. “Abbiamo dimostrato che il riscaldamento e l’essiccazione dei suoli delle foreste tropicali possono aumentare la vulnerabilità del carbonio facendo aumentare il degrado di quello più vecchio”, spiegano ancora gli autori. Che aggiungono:

“Un riscaldamento sul posto di 4 °C e l’esclusione del 50% del flusso idrico hanno determinato un aumento dell’età media del radiocarbonio (il carbonio-14, un isotopo radioattivo dell’elemento, ndr) dell’efflusso di CO2 in una misura di circa 2-3 anni, ma attraverso meccanismi diversi”.

Il riscaldamento, in particolare ha accelerato la decomposizione del carbonio più vecchio. L’essiccazione ha ridotto quella del carbonio più recente. Questi risultati implicano che “sia il riscaldamento che l’inaridimento, accelerando la perdita di carbonio vecchio nel suolo o riducendo l’incorporazione di apporti freschi, aggraveranno le perdite di elemento nel suolo e avranno un impatto negativo sullo stoccaggio dello stesso nelle foreste tropicali in presenza di cambiamenti climatici”.

Dal degrado forestale emissioni non “recuperabili”

A differenza degli studi precedenti, che si sono storicamente concentrati esclusivamente sui flussi totali delle emissioni, la ricerca ha il merito di svelare nel dettaglio alcuni meccanismi e il loro impatto sui diversi tipi di carbonio. Aggiungendo così nuove conoscenze sui fenomeni che interessano le foreste tropicali il cui degrado, hanno spiegato gli esperti, genera danni irreparabili. Lo scorso anno, ad esempio, una ricerca dell’Università di Bristol e dell’Istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale (INPE) ha osservato come ripristino delle foreste permetta di compensare soltanto una quota minoritaria delle emissioni di CO2 associate al disboscamento.

I ricercatori, in particolare, hanno mostrato come le aree forestali soggette a ripristino nei tropici rimuovano ogni anno una quantità di carbonio sufficiente a controbilanciare il 26% delle emissioni di carbonio rilasciate inizialmente in atmosfera dalla precedente deforestazione. Le iniziative di rigenerazione, in altre parole, consentirebbero di recuperare appena un quarto dell’ammontare perduto.