Lo studio statunitense: se gli accordi anti-deforestazione fossero stati pienamente applicati, in Amazzonia sarebbe stato possibile salvare 24mila km2 di territorio contro i 7mila effettivamente protetti tra il 2010 e il 2018
di Matteo Cavallito
Gli impegni assunti dalle aziende per contrastare la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana funzionano. Al punto, dicono le stime, da aver garantito la protezione di circa 7.000 km2 di foresta tra il 2010 e il 2018. L’aspetto più impressionante, però, è un altro: una maggiore diffusione di questa strategia avrebbe consentito di tutelare un’area di estensione tripla dimezzando l’impatto complessivo dell’industria dell’allevamento sul territorio. Sono le conclusioni di un recente studio pubblicato sulla rivista Global Environmental Change.
L’équipe dei ricercatori, guidata da Sam Levy, scienziato interdisciplinare dei sistemi territoriali presso la New York University, ha fornito così “le prime stime spaziali esplicite della copertura del mercato delle aziende con impegni di deforestazione zero (ZDC) per il bestiame nell’Amazzonia brasiliana”.
Due accordi di protezione per l’Amazzonia
L’allevamento di bestiame, evidenziano i ricercatori, è responsabile del 70% circa della deforestazione in Amazzonia. Determinante è il ruolo delle aziende della fornitura, imprese che si collocano qua e là lungo la catena del valore dei diversi prodotti in commercio, dalla carne ai derivati per l’industria cosmetica come il collagene. È proprio l’azione di queste aziende, capace spesso di sfuggire ai controlli, a vanificare in parte gli impegni di deforestazione zero delle grandi multinazionali, accusate a loro volta, in certi casi, di non vigilare abbastanza.
Negli ultimi anni, in Brasile, le imprese che si sono impegnate nel contrasto alla deforestazione hanno sottoscritto, insieme o alternativamente, due tipi di intese: i cosiddetti TAC e il G4.
Il governo ha promosso gli Accordi di Adeguamento della Condotta (Terms of Adjustment of Conduct” o TAC) per impedire gli acquisti di bestiame allevato su terreni disboscati illegalmente. E ha introdotto il protocollo G4, giudicato più ambizioso, per imporre alle aziende di effettuare controlli su diversi aspetti, come il contrasto alla deforestazione, la tutela delle aree protette e la difesa dei diritti dei lavoratori.
Lo studio
Analizzando le catene di fornitura e osservando i dati satellitari sulla deforestazione, gli studiosi hanno scoperto che “il 75% di tutti i bovini acquistati dai macelli è stato coperto da impegni di deforestazione zero ZDC negli Stati del Pará, del Mato Grosso e di Rondônia negli anni 2010-2018, con il 49% dei bovini acquistati da aziende del G4 e il 26% da aziende del TAC”.
L’impatto sul mercato e sulle esportazioni è cresciuto nel tempo. In particolare, spiega la ricerca, “la copertura del mercato delle aziende TAC è passata dal 4% del 2010 al 26% del 2018, mentre la quota di mercato del G4 è aumentata dal 43% al 51% nello stesso periodo”.
A riprova dell’efficacia degli accordi c’è la correlazione tra questi ultimi e i livelli di deforestazione, che sono più elevati dove le intese sono meno diffuse. “Abbiamo anche riscontrato che in Pará, lo stato che ha avuto i più alti tassi di deforestazione nel periodo di studio, la copertura del G4 è stata inferiore a quella degli altri Stati”, spiegano ancora gli autori. “Le nostre stime indicano che il G4 ha coperto il 26% del mercato del Pará nel periodo di studio, meno della metà del livello riscontrato altrove, sebbene la copertura del TAC sia cresciuta durante il periodo”.

(a) Quota di mercato totale delle imprese G4, TAC e non ZDC (Zero Deforestation Commitment) nel periodo e nella regione di studio; (b) quota di mercato totale vs vendite ed esportazioni; (c) (d) (e) quota di mercato totale delle imprese G4, TAC e non ZDC negli Stati di Pará, Rondônia e Mato Grosso. Fonte: Levy et al., “Deforestation in the Brazilian Amazon could be halved by scaling up the implementation of zero-deforestation cattle commitments”, 2023 Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
La deforestazione si può dimezzare
Elaborando i modelli matematici, gli autori hanno così calcolato l’impatto delle politiche di tutela da parte delle aziende verificando ad esempio che senza il G4 la deforestazione sarebbe aumentata del 15%. Ma cosa sarebbe successo, invece, se tutte le aziende che hanno operato nella regione tra il 2010 e il 2018 avessero adottato il G4?
“Nello scenario di una copertura G4 del 100% nel periodo di studio – spiegano gli autori – i nostri risultati stimano che il calo della deforestazione sarebbe stato compreso tra il 28% e il 51% salvando dai 13mila ai 24mila km2 di territorio”.
L’efficacia delle politiche di protezione da parte delle imprese, in ogni caso, ha i suoi limiti. Sul fenomeno incidono ovviamente anche altri fattori – a cominciare dall’allevamento per il mercato nazionale, per il quale ci sarebbero meno controlli – il che spiega per quale motivo la deforestazione totale sia comunque aumentata nel periodo in esame. Lo studio, ha dichiarato Levy, ripreso dalla rivista Anthropocene Magazine, dimostrerebbe in ogni caso che “La crescita del numero di aziende che si impegnano rigorosamente a non deforestare contribuisce a ridurre l’impatto climatico del bestiame brasiliano e a preservare la foresta amazzonica”.