16 Agosto 2024

In Amazzonia le comunità native pagano il prezzo della siccità

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La siccità produce un abbassamento prolungato dei livelli dei fiumi in Amazzonia, rileva uno studio dell’Università Autonoma di Barcellona, favorendo l’isolamento delle comunità locali. Un problema che interessa oltre il 50% dei villaggi indigeni

di Matteo Cavallito

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Negli ultimi due decenni l’Amazzonia ha vissuto siccità sempre più gravi. I fenomeni hanno portato a un abbassamento dei livelli dell’acqua nei fiumi più prolungato del solito impattando sulla vita della popolazione locale. A denunciarlo è uno studio dell’Istituto di Scienze e Tecnologie Ambientali dell’Universitat Autònoma de Barcelona (ICTA-UAB) condotto in collaborazione con ricercatori dell’Universidade Federal de Minas Gerais (Brasile) e del Woodwell Climate Research Center di in Woods Hole, Massachusetts.

La siccità impatta sul sistema fluviale

“Il bacino del Rio delle Amazzoni copre un’area di circa 7 milioni di km2, che comprende una vasta foresta pluviale tropicale ed ecosistemi di acqua dolce che si estendono su una superficie compresa tra il 14 e il 29% della sua estensione totale”, si legge nella ricerca pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment. “Nella regione vivono circa 47 milioni di persone, tra cui popolazioni indigene e non, oltre ai residenti delle aree urbane e rurali”. Lo studio, in particolare, si concentra sull’impatto del fenomeno sulla navigabilità dei fiumi e sulle conseguenze ad ampio raggio per le comunità locali.

Queste includono isolamento, accesso limitato all’assistenza sanitaria e all’istruzione e la difficoltà nel raggiungere i siti di pesca e di caccia.

“La maggior parte della popolazione dell’Amazzonia fa affidamento sulla navigazione come componente della propria vita quotidiana, poiché i fiumi sono il principale mezzo di trasporto a media e lunga distanza della regione”, prosegue l’indagine. “Tuttavia, questo vasto sistema fluviale, le pianure alluvionali e le foreste circostanti sono sottoposti oggi a un’immensa pressione a causa degli effetti combinati del cambiamento climatico, della deforestazione e degli incendi”.

In Amazzonia colpito oltre un villaggio su due

Utilizzando un approccio interdisciplinare, i ricercatori hanno combinato l’analisi spaziale, i metodi idrologici e l’analisi dei contenuti dei media per fornire la prima valutazione spazio-temporale degli impatti intersettoriali della siccità nell’area. Sotto indagine, soprattutto, le gravi siccità del 2005, del 2010 e del 2015-2016 che, sottolinea una nota dell’ateneo di Barcellona, hanno ridotto drasticamente i livelli d’acqua in una parte rilevante del sistema fluviale per un periodo particolarmente esteso: superando i 100 giorni rispetto ai circa 70 previsti di solito.

A conti fatti, sottolinea lo studio, quasi il 50% delle località non indigene e il 54% dei villaggi delle comunità native della parte brasiliana del bacino amazzonico sono soggetti all’isolamento durante le siccità più gravi.

“È questa la nuova realtà dell’Amazzonia”, ha spiegato Leticia Santos de Lima, ricercatrice dell’Universitat Autònoma de Barcelona e principale autrice della ricerca. “Le siccità passate e quella più recente del 2023-2024 dimostrano che gli impatti sugli ecosistemi si stanno allargando alla popolazione”.

Le strade non sono una soluzione

Sulla scia dell’accelerazione del fenomeno, quella sperimentata lo scorso anno è stata una siccità caratterizzata da una serie di eventi estremi che, ricorda lo studio, includono “brusche diminuzioni del livello dell’acqua e temperature dell’aria insolitamente elevate che hanno provocato la moria dei pesci e dei delfini di fiume, l’interruzione della navigazione, l’isolamento degli abitanti delle zone rurali e massicci incendi nell’Amazzonia centrale”. Un’esperienza, insomma, che suggerisce ancora una volta la necessità di interventi urgenti.

Gli autori, in questo senso, considerano tuttora insufficiente la risposta del governo, giudicata troppo reattiva e non adeguatamente basata su una pianificazione a lungo termine.

Contestata, inoltre, la politica di espansione delle strade, una soluzione intuitiva per combattere l’isolamento delle comunità che, suggeriscono tuttavia i ricercatori, si rivelerebbe in realtà controproducente modificando i ritmi delle precipitazioni e favorendo l’accumulo di detriti nei fiumi rendendone ancora più complessa la navigabilità.