Dall’estrazione del suolo nuove opportunità per l’agricoltura
La produzione di materiale per l’edilizia attraverso il suolo impatta negativamente sul paesaggio ma apre anche nuove possibilità per lo sviluppo di un’agricoltura resiliente al clima e alle inondazioni. La lezione del Madagascar
di Matteo Cavallito
L’estrazione del suolo nei contesti urbani e periurbani impatta sulla fornitura di servizi ecosistemici riducendo inoltre la fertilità del terreno e la mitigazione delle inondazioni. Ma, al tempo stesso, sembra anche migliorare la capacità di immagazzinare acqua da impiegare nell’irrigazione, contribuendo in questo modo alla sicurezza alimentare e alla resilienza climatica.
Ne deriva, dunque, uno scenario fatto di elementi contrastanti. Nel quale, ovviamente, non manca la possibilità di sviluppare soluzioni idonee per raggiungere un equilibrio capace di conciliare le esigenze della popolazione e la tutela dell’ambiente. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Ecosystems and People che ha preso in esame un fenomeno a oggi poco studiato: l’attività estrattiva per la produzione di mattoni ad Antanarivo, in Madagascar.
Più mattoni, meno risaie
“Le aree periurbane stanno sperimentando trasformazioni particolarmente rapide caratterizzate dalla conversione di terreni agricoli in zone antropizzate”, spiega lo studio. Ad Antananarivo, proseguono gli scienziati, questo fenomeno ha portato alla conversione delle risaie in aree dove l’estrazione del terreno per la produzione di mattoni ha assunto un ruolo centrale.
Le aree dedicate alla coltivazione del riso, insomma, si sono progressivamente trasformate in paludi artificiali, poi in giardini rialzati e infine in aree edificabili.
Negli ultimi anni, le risaie sono diminuite del 58%, mentre la produzione di mattoni è aumentata del 68%. Ma quali sono state le conseguenze di questa tendenza? “Sebbene l’impermeabilizzazione del suolo e il suo impatto sui servizi ecosistemici siano già stati indagati”, spiegano gli studiosi, “le conseguenze specifiche dell’escavazione per la produzione di materiali da costruzione sono ancora poco studiate”. La ricerca ha cercato dunque di approfondire questo aspetto indagando a fondo il contesto locale.
Peggiora il paesaggio, migliora la disponibilità idrica
Nel corso dell’indagine, che ha coinvolto ricercatori delle università di Antanarivo e Berna e dello Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo, sono state condotte 263 interviste, tra agricoltori e produttori di mattoni in 9 unità amministrative locali di 4 municipalità situate a sud-ovest della capitale malgascia. Le risposte hanno permesso di delineare un quadro piuttosto vario nel quale aspetti negativi convivono con effetti positivi. Il paesaggio, ad esempio, sembra essersi deteriorato al punto che oltre 6 intervistati su 10 lo percepiscono in peggioramento.
Contemporaneamente, però, due persone su tre dichiarano di aver sperimentato un miglioramento in termini di disponibilità idrica per l’irrigazione grazie alla formazione – a seguito dell’estrazione del suolo – di nuovi bacini artificiali.
Più difficili da valutare, invece, gli effetti dell’attività estrattiva sulla regolazione delle inondazioni: il 35% degli intervistati ha notato effetti positivi mentre il 20% ritiene che l’escavazione abbia aggravato il rischio di allagamenti.
Nuove strategie agricole
Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio è l’impatto del cambiamento climatico sull’estrazione del suolo. La presenza di una stagione secca più lunga, hanno spiegato gli intervistati, ha esteso la finestra temporale per la produzione di mattoni riducendo però il periodo utile per la coltivazione del riso.
Gli agricoltori, in ogni caso, hanno saputo adattarsi ricorrendo ad esempio alla semina diretta (in alternativa al trapianto del cereale stesso) e alla modifica del calendario agricolo o delle varietà coltivate.
L’estrazione del suolo, inoltre, si è accompagnata alla diffusione del terrazzamento e all’impiego in agricoltura del terreno di torba emerso con l’escavazione. Con queste condizioni di partenza, le coltivazioni si sono dimostrate produttive e resilienti alle inondazioni.
L’estrazione del suolo da problema a opportunità
Lo studio, insomma, ha evidenziato come l’attuazione di pratiche agricole sostenibili abbia permesso di trasformare l’estrazione del suolo da problema in opportunità per un’urbanizzazione più equilibrata. “I dati raccolti rivelano che l’escavazione può funzionare come strategia di adattamento per far fronte alle difficoltà poste dal cambiamento climatico”, concludono gli scienziati.
Per questo, “i decisori politici dovrebbero riconoscere l’importanza della produzione di mattoni per il sostentamento in tempi di crisi”. Le norme, infine, “dovrebbero dare la priorità alle pratiche di estrazione sostenibile, proteggendo le pianure vulnerabili da inondazioni eccessive e individuando le aree in cui questa attività può portare benefici come, ad esempio, un maggiore accesso a livelli di suolo più fertile da destinare all’agricoltura”.

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Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
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