A ogni città (e suolo) il proprio albero: un tool tedesco aiuta nella scelta
L’Università Tecnica di Monaco di Baviera ha ideato uno strumento online per individuare il migliore tipo di albero in base al contesto urbano nel quale va collocato. Una soluzione utile per massimizzare i servizi ecosistemici garantiti dalle specie arboree e risparmiare denaro
di Emanuele Isonio
Qualsiasi albero piantato nelle zone urbane rappresenta un valido alleato contro molti problemi che accomunano la maggior parte delle città mondiali: contrastano le isole di calore, riducono l’inquinamento atmosferico, filtrano le polveri sottili, offrono riparo per uccelli, insetti e altri animali. Ma non tutti gli alberi sono uguali. Soprattutto, un albero che può essere adatto per una determinata città può non esserlo altrettanto se inserito in altri contesti climatici e atmosferici.
Aiutare la pianificazione urbana
La scelta del tipo di albero è quindi importante per adattare la copertura arborea urbana alle condizioni locali, massimizzando così i vantaggi garantiti in termini di contrasto ai cambiamenti climatici. Per aiutare a individuare le alberature migliori, un team della TUM (Università Tecnica di Monaco di Baviera) ha sviluppato CityTree: un tool online gratuito messo a disposizione di amministrazioni locali, condomini, aziende, giardinieri professionisti o hobbisti, che possono utilizzarlo per scoprire come le 12 più importanti e più comuni specie arboree crescono in 34 città tedesche e quali benefici apporteranno al clima locale in futuro. In questo modo si può pianificare al meglio la piantumazione.
“In passato, città e comuni non avevano informazioni concrete per progettare le piantumazioni e per valutare le prestazioni degli alberi esistenti” spiega Thomas Rötzer, professore di Scienze forestali, che ha guifato il team di ricerca. “Attraverso l’app, abbiamo convertito i dati scientifici in un formato utilizzabile con vantaggi pratici che possono colmare questa lacuna nella pianificazione urbana”.
Un’analisi su 5mila alberi urbani
Per condurre lo studio, i ricercatori hanno misurato più di 5mila alberi urbani in tutta la Germania, ne hanno prelevato campioni e ne hanno analizzato l’ambiente circostante. L’attenzione si è concentrata su tigli, robinie, platani e altre nove specie che costituiscono il 60% della copertura arborea urbana in Germania. I dati sono stati quindi utilizzati per creare il modello interattivo CityTree.

Il tool creato dall’Università tecnica di Monaco di Baviera permette di scegliere l’albero migliore tra 12 tipologie diverse, da collocare in 34 città tedesche. Consente inoltre di scegliere il tipo di suolo, il livello di sigillatura del terreno e il modello climatico per comprendere le prestazioni future delle diverse coperture arboree. FONTE: Technical University of Munich
Che cosa rivela CityTree
Gli utenti possono definire un albero virtuale con pochi clic. Dopo aver scelto la città di residenza e una delle 12 specie di albero, l’utente deve indicare altri parametri obbligatori: il tipo di suolo, il livello di impermeabilizzazione del terreno e l’esposizione alla luce. A quel punto, il software mostra quanta CO2 l’albero scelto assorbirà, quale sarà la sua capacità di raffrescare l’ambiente circostante e la quantità di acqua che utilizzerà. Il tool inoltre è capace di prevedere le prestazioni di ciascun albero in base ai diversi scenari climatici: uno per il clima attuale, basato sulla serie storica compresa tra gli anni 1991 e 2000; uno per un anno particolarmente secco e due per il futuro (in questo caso si può scegliere tra scenari climatici al 2081, compresi tra 1°C e 4,8 °C di riscaldamento globale).
I dati permettono di comprendere meglio quanto sia importante una pianificazione dettagliata per il verde urbano. Città come Berlino e Würzburg, con scarse precipitazioni e alte temperature, traggono maggiori benefici dai platani e da altre specie resistenti alla siccità. Una metropoli come Monaco di Baviera, con precipitazioni relativamente elevate, può invece pianificare specie come il tiglio a foglia piccola e l’ippocastano se lo spazio per gli alberi è sufficientemente grande.
L’urgenza della lungimiranza
Agli occhi di un comune cittadino, il 2081 può apparire un anno ancora lontano. Ma climatologi ed esperti di specie vegetali sanno che è molto più vicino di quanto si immagini.
“Un albero deve crescere per molti anni prima di avere un impatto evidente sul clima urbano” osserva Rötzer. “È urgente che le città agiscano ora e valutino criticamente la loro copertura arborea. Le decisioni di piantumazione non dovrebbero basarsi esclusivamente sull’estetica”.
Il team di ricerca raccomanda inoltre alle autorità locali di sviluppare una panoramica sistematica dei propri alberi. Sarebbe importante – sottolineano gli autori di CityTree – poter contare su un “catasto degli alberi urbani”. In questo modo, le città potrebbero stabilire programmi con obiettivi e misure concrete per un adattamento ottimale alle sfide del cambiamento climatico.
Il team tedesco sta attualmente lavorando a tale obiettivo in un progetto finanziato dalla Deutsche Bundesstiftung Umwelt, fondazione fondata nel 1990 che ha finora sostenuto oltre 11mila progetti ambientali: utilizzando immagini satellitari, stanno esaminando la popolazione di alberi a Monaco, valutandone la potenziale crescita e i benefici per il clima urbano. Dati che potranno essere utilizzati per la gestione sostenibile della copertura arborea della città.
Nelle zone più alberate, temperatura giù di 6 gradi
D’altro canto, già altri studi hanno calcolato quanto sia concreta e rilevante l’azione delle coperture arboree per contrastare il riscaldamento urbano. Negli anni scorsi, uno studio pubblicato sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), ha rilevato la variabilità delle temperature urbane evidenziandone la correlazione con la presenza delle piante.
L’analisi dei ricercatori si è concentrata nella città di Madison, nel Wisconsin. Qui, grazie all’uso di sensori ad alta precisione, gli autori della ricerca hanno potuto misurare la temperatura dell’aria lungo 10 diversi percorsi da 7 km con una rilevazione ogni 5 metri, ripetuta da 3 a 12 volte. Negli spazi osservati la copertura arborea varia tra lo 0 e il 100%. La massima efficacia di raffreddamento, affermava lo studio, si raggiunge dopo il superamento della soglia critica del 40%.
Nel dettaglio, riferiscono ancora i ricercatori, “la variabilità della temperatura dell’aria diurna all’interno del paesaggio urbano è stata in media di 3,5 °C, con un intervallo compreso tra 1,1 e 5,7 °C”. Nei punti di massima efficacia, in altre parole, l’interazione tra la chioma degli alberi e gli altri elementi del paesaggio si è tradotta in un calo della temperatura di quasi 6 gradi. Una variazione che, in caso di temperature estreme, potrebbe realmente fare la differenza.

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Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
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