18 Agosto 2025

Terra Felix: dalla rigenerazione del suolo la rinascita di un territorio

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Coop Terra Felix

Rigenerare, sensibilizzare e integrare attraverso il recupero dei suoli confiscati e degradati: è l’obiettivo di Terra Felix, una delle sedici Lighthouse Farms individuate da Re Soil. “Vogliamo ispirare persone e comunità a generare un futuro sostenibile”

di Matteo Cavallito

Produrre in modo responsabile, sensibilizzare, divulgare, integrare: in una parola “rigenerazione”, dei campi ma non solo. È questa la missione di Terra Felix, la cooperativa nata nel 2012 come spin-off di Lega Ambiente a Succivo, in provincia di Caserta. Una storia, di impegno e solidarietà, che passa dal recupero del Casale di Teverolaccio, una storica masseria del XVII secolo, e si sviluppa negli anni attraverso progetti educativi, sociali e ambientali rivolti a persone con disabilità, giovani, scuole e comunità locali. Tra laboratori didattici, orti sociali, percorsi di inserimento lavorativo e iniziative di recupero e tutela dell’ambiente. Una storia che prosegue e si rinnova ancora oggi.

Terra Felix per un’agricoltura consapevole

“Siamo una piccola impresa agricola sociale ma anche un incubatore di attività culturali che promuove la rigenerazione di persone, comunità e territori”, racconta a Re Soil Foundation Nicola Margarita, ecodesigner responsabile dell’area agricola di Terra Felix. Che sottolinea: “La nostra missione è ispirare persone, comunità e territori a generare benessere per un futuro sostenibile”.

Un futuro che passa attraverso le attività educative che coinvolgono le scuole, da sempre elemento fondativo degli obiettivi della cooperativa campana.

Il programma include la costruzione di laboratori ad hoc per promuovere una diversa consapevolezza dell’agricoltura, del suolo e degli equilibri della natura presso i bambini e i loro stessi insegnanti. Un’opera di divulgazione, dunque, che punta a sottolineare l’importanza e la centralità di un approccio alla terra che tenga conto, in primo luogo, di quel nesso fondamentale tra rispetto delle risorse, alimentazione e qualità della vita. Oggi, la cooperativa, coltiva diverse specie, incluse antiche varietà autoctone, destinate al comparto alimentare e a quello dei bioprodotti oltre ad aver creato una rete di orti urbani e un Ecomuseo per la promozione del territorio e la riqualificazione di aree abbandonate.

Un impegno nato negli Anni ’90

Quella di Terra Felix è una storia di lungo corso che estende le sue radici fino all’ultimo decennio del XX secolo. Sono gli anni del degrado territoriale e della speculazione edilizia alimentata dalla criminalità organizzata, gli anni della storica denuncia di Legambiente sul fenomeno della Terra dei fuochi, gli anni, insomma, “in cui di ecologia si parlava poco”, come avrebbe ricordato molto tempo dopo il direttore della cooperativa, Francesco Pascale.

È in questo contesto difficile, di cui fanno le spese le eccellenze agricole locali, travolte, loro malgrado, dal peso della cronaca e delle ricadute d’immagine per il territorio, che si sviluppano le prime iniziative di recupero.

Uno sforzo che si concretizzerà successivamente nei progetti di ampia portata che conosciamo oggi. Tra questi AgRigeneration, dedicato al recupero del suolo e alla riattivazione dell’agricoltura nei terreni confiscati alle mafie. Attivo in sei comuni della provincia di Caserta, il programma riunisce le aziende agricole che gestiscono i beni recuperati e le sostiene con attività di formazione sull’agricoltura biologica, il risparmio idrico ed energetico, la gestione dei rifiuti, il taglio delle emissioni e l’uso delle bioplastiche in agricoltura.

L’agricoltura come integrazione

Attualmente Terra Felix opera in quattro diverse aree. Accanto ai progetti di educazione e a quelli di rigenerazione dei beni confiscati, infatti, si segnalano le attività di consulenza e quelle condotte nel settore agrofood. Le prime si rivolgono a imprese ed enti pubblici e privati che operano nello sviluppo locale sostenibile, nella tutela dell’ambiente e nella raccolta differenziata. Le altre coinvolgono l’agricoltura sociale e la ristorazione e puntano, oltre che sulla produzione sostenibile, anche sull’integrazione e il reinserimento dei soggetti svantaggiati.

Un tema, quest’ultimo, che si pone anche al centro di alcune iniziative più recenti legate all’economia carceraria. “Da pochissimo abbiamo attivato progetti per integrazione sociale di detenuti con l’obiettivo di abbassare il tasso di recidiva che, sul nostro territorio, è davvero enorme”, spiega Margarita. Altre attività, invece, si svolgono “nei campi di agricoltura sociale dove lavoriamo con ragazzi fragili”. Livellando le disuguaglianze e promuovendo “le peculiarità che ciascuno di noi possiede”.

Lighthouse farm: la chiave è confronto

Gli sforzi compiuti e i risultati raggiunti in questi anni hanno fatto emergere il carattere innovativo ed esemplare di Terra Felix, inserita oggi nel gruppo delle sedici imprese agricole individuate da Re Soil Foundation come Lighthouse Farms, le aziende faro che adottano buone pratiche agronomiche per migliorare la qualità del suolo e dell’ambiente e offrono soluzioni innovative nella gestione sostenibile delle risorse naturali.

Ancora Margarita: “Far parte delle Lighthouse Farms ci permette di avvicinarci ancor di più al raggiungimento di un obiettivo comune: quello di sensibilizzare il territorio e chi compra i prodotti della nostra cooperativa e di tutte le aziende agricole che cercano di lavorare in modo sostenibile”. Un modo per “essere consapevoli dell’utilizzo che facciamo dei nostri terreni” ma anche di comprendere cosa si deve e cosa non si deve fare per migliorarne lo stato di salute dando al suolo “la possibilità di rigenerarsi”.