Suolo, animali e approccio olistico: l’esempio di Amico Bio
La ricetta della Lighthouse Farm campana Amico Bio, specializzata nell’agricoltura biologica e biodinamica: “Contro l’eccesso di specializzazione recuperiamo elementi del passato a partire dalla presenza animale”
di Matteo Cavallito
“Qui comincia quella Campania felice”. Così Plinio il Vecchio, nel Libro III della Naturalis Historia, esprimeva la propria meraviglia per la generosità di un luogo che accoglieva i visitatori con i suoi vitigni e i suoi ulivi. Felix, appunto, ovvero fortunata in quanto fertile e non certo per caso. Perché dietro al nobile vino, famoso per omnes terras, e al sorprendente nettare d’oliva che “da nessun’altra parte”, assicurava lo scrittore romano, poteva dirsi “più pregiato”, vi erano, già allora, fattori pedoclimatici peculiari. Che, ai giorni nostri, restano la principale ricchezza a disposizione delle aziende del territorio.
Aria e suolo plasmano una pianura fertile
“Quella della Campania felix è una pianura bellissima, resa tale dalla qualità dell’aria e del suo terreno”, due elementi che ne hanno favorito “la coltivazione per millenni”, spiega Enrico Amico, socio fondatore della cooperativa agricola Amico Bio di Capua, in provincia di Caserta. Aspetti decisivi, insomma, a maggior ragione per una azienda di lungo corso che opera su circa 200 ettari producendo ortive invernali distribuite “nei maggiori mercati europei”.
Fondata nel 2010, la cooperativa commercializza fiori (eduli e non), frutta e ortaggi provenienti da agricoltura biologica e biodinamica con marchio Demeter. Impegnandosi, in particolare, a valorizzare la qualità della sua produzione, a diffondere la conoscenza e a contribuire alla ricerca. Aspetti che trovano il proprio completamento nel principale fattore caratterizzante dell’azienda e della sua identità: il metodo di produzione.
Una questione di metodo
Nata come azienda specializzata nella produzione biologica, spiega il fondatore, la cooperativa ha integrato in seguito i principi della biodinamica da intendersi come “la base di tutte le forme di agricoltura rispettose dell’ambiente che rientrano nel concetto di agroecologia”. Ovvero, per citare la definizione di uno dei maggiori esperti del tema, l’agronomo ed entomologo cileno Miguel Altieri, docente all’Università di Berkeley, in California, “un punto di incontro tra sapere tradizionale e scienza moderna”.
Tra gli aspetti più importanti di questa visione c’è innanzitutto l’approccio olistico che stabilisce una correlazione tra la salute del suolo, dell’agricoltura, degli animali e degli esseri umani. Un nesso cruciale.
“Negli ultimi 60 anni si è assistito al fenomeno della forte specializzazione agricola che ha portato alla separazione delle sue diverse componenti”, spiega Amico. Per contro, la sua azienda punta al recupero di alcuni principi di segno opposto, comuni, peraltro, all’agricoltura di “60 o 70 anni fa”. Ma senza nostalgia, s’intende: “Nessun amarcord”, precisa, si tratta piuttosto di far proprie metodologie adeguate che implicano, tra le altre cose, l’importanza della presenza animale – nel caso di Amico Bio, mucche marchigiane in stalla e maiali di razza casertana in allevamento semibrado – nell’azienda agricola.
“L’agricoltura di qualità ha bisogno di consumatori consapevoli”
Attiva anche nell’accoglienza e nel sociale – con un’attività di agriturismo e un servizio di asilo per bambini e di istruzione primaria – l’azienda adotta prodotti alternativi a fertilizzanti inorganici, azzerando l’input di prodotti chimici. L’impegno per la tutela del suolo include, tra le altre cose, l’uso del compostaggio e della pacciamatura biodegradabile e le rotazioni colturali.
Questi e altri elementi hanno permesso alla cooperativa di entrare a far parte del gruppo delle sedici imprese agricole individuate da Re Soil Foundation come Lighthouse Farms, le aziende faro che adottano buone pratiche agronomiche offrendo inoltre soluzioni innovative nella gestione sostenibile delle risorse naturali.
Un’iniziativa che la stessa azienda giudica cruciale. “Il progetto permette alle aziende faro di essere di esempio dimostrando che esiste un modo alternativo di produrre: questo vale per gli agricoltori ma anche per i consumatori consapevoli, senza i quali la stessa agricoltura di qualità non potrebbe esistere”, conclude Amico.

Amico Bio
Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
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Re Soil Foundation


