16 Novembre 2021
agricoltura plastica teli pacciamatura

Il progetto Minagris finanziato dal programma europeo Horizon coinvolgerà 11 casi studio, Italia compresa. Obiettivo: capire le conseguenze dei residui plastici sul suolo e individuare le strategie migliori per contrastare l’abuso di plastica

di Emanuele Isonio

 

Ascolta “Uno studio su 11 Paesi Ue indaga sugli effetti della plastica nei terreni agricoli” su Spreaker.

La valle di Sava in Slovenia, il Nottinghamshire in Inghilterra, il Cantone di Berna in Svizzera, la Pianura lombarda, Creta in Grecia, la Murcia in Spagna. E ancora: le campagne olandesi, quelle francesi attorno a Digione e i campi coltivati in Austria orientale e settentrionale. Undici territori, molto diversi tra loro, ma qualcosa li accomuna. Tutti sono afflitti dal problema dell’inquinamento da plastica nei terreni agricoli. Il fenomeno infatti non è inferiore a quello, enorme, che colpisce mari, fiumi e gli altri ecosistemi acquatici. Ma quelle aree hanno anche un altro aspetto in comune: saranno gli undici casi studio inseriti all’interno di Minagris (‘MIcro- and Nano-plastics in AGRIcultural Soils’).

20 i soggetti coinvolti (3 italiani)

Il progetto, finanziato dall’Unione Europea attraverso il suo programma Horizon, si occuperà di studiare le modalità di ingresso delle plastiche nel suolo coltivato e di valutare come queste influenzino biodiversità, funzioni del suolo con relativi servizi ecosistemici e produttività agricola. Del gruppo di ricerca che porterà avanti, da qui al prossimo quinquennio, il progetto fanno parte 20 soggetti. Tre di questi sono italiani: l’università Cattolica del Sacro Cuore, il Politecnico di Torino e Novamont.

“Il nostro obiettivo – spiega Edoardo Puglisi, docente associato di Microbiologia agraria della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica – è raggiungere una valutazione integrata dell’impatto di plastiche e bioplastiche sulle comunità microbiche coinvolte nella fertilità del suolo, sulla produttività e fisiologia di piante agrarie e su artropodi del suolo. Si valuterà inoltre il possibile ruolo delle api e del loro microbioma quali indicatori della contaminazione da nanoplastiche, la frazione di più difficile misurazione ma potenzialmente più rilevante in termini di impatto sull’ambiente e sulla salute umana”.

L'elenco dei partner coinvolti nel progetto Minagris.

L’elenco dei partner coinvolti nel progetto Minagris.

Nei campi europei 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti plastici

Le plastiche sono utilizzate in agricoltura con diversi scopi. Film di pacciamatura, pneumatici di trattori e fitofarmaci sono solo alcune delle fonti di contaminazione del suolo agricolo. “Pur generando un aumento significativo della produttività, il sempre più intenso utilizzo di materie plastiche in agricoltura sta generando anche crescenti effetti negativi sull’ambiente dell’agro-ecosistema” notava già nel 2016 una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Agriculture and Agricultural Science Procedia. Secondo l’associazione di categoria Agriculture Plastics Enviroment, nel 2014 il Vecchio Continente avrebbe prodotto oltre 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti plastici agricoli. Di queste solo il 28% sarebbe stato riciclato.

Un esempio emblematico è rappresentato dall’impiego nei campi dei teli pacciamanti o plastic mulch films. Pellicole solitamente composte di polietilene, polipropilene o poliestere che vengono adagiate sui terreni con l’obiettivo di ridurre la presenza di agenti infestanti, conservare l’umidità e garantire la conservazione di un microclima ideale. L’uso massiccio di questi teli determina ovviamente un problema di smaltimento. Secondo le stime, ogni anno l’ammontare di mulch films non più utilizzabili nella sola Europa raggiunge all’incirca quota 15mila tonnellate.

L’impatto delle particelle plastiche sul suolo è tuttavia ancora poco conosciuto, soprattutto quando in combinazione con altri contaminanti come gli agrofarmaci.

Mario Malinconico (direttore di ricerca IPCB-CNR): “Bioplastiche utili per ridurre l’inquinamento dei terreni”

“Nel progetto Minagris – ha spiegato Sara Guerrini, Public Affairs Agricolture di Novamont – vogliamo portare la nostra esperienza nello studio e nello sviluppo dei materiali biodegradabili come strumento per contrastare la formazione delle microplastiche e per preservare la fertilità e salute del suolo”.