Un microbo offre una soluzione naturale contro i patogeni del riso
Alcuni ricercatori giapponesi hanno individuato un batterio benefico che potrebbe essere utilizzato come agente di biocontrollo nelle colture di riso in alternativa ai pesticidi chimici
di Matteo Cavallito
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L’analisi delle interazioni tra alcuni microbi aprirebbe la strada a soluzioni sostenibili sul piano ambientale nel controllo dei patogeni del riso. È la conclusione di uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Microbiology Reports. L’indagine, che ha coinvolto un gruppo di ricercatori guidato dal professor Yuuki Furuyama del Dipartimento di Scienze Biologiche Applicate della Tokyo University of Science (TUS), si è concentrata sulla relazione tra microorganismi: il Pyricularia oryzae, un fungo ascomicota filamentoso, e lo Streptomyces griseus, un batterio capace di apportare benefici al suolo.
Il brusone del riso
Il riso è un alimento base per oltre la metà della popolazione mondiale, per questo la sua coltivazione è cruciale per la sicurezza alimentare, osserva una nota della Tokyo University. Il Pyricularia oryzae, responsabile di una malattia nota come brusone, costituisce una minaccia significativa e viene tipicamente contrastato con l’impiego di fungicidi chimici che, tuttavia, possono avere un impatto ambientale dannoso e contribuire allo sviluppo di ceppi resistenti.
Proprio per questo, prosegue la nota, i ricercatori stanno esplorando strategie alternative che sfruttino le interazioni microbiche naturali per promuovere la salute delle piante e gestire le malattie in modo più sostenibile.
“Sebbene siano state condotte ricerche approfondite sulle modalità con cui infettano le piante di riso che li ospitano, molti aspetti del ciclo di vita dei funghi sono tuttora poco conosciuti”, spiega Furuyama. “Il nostro studio mira a far luce sulle interazioni tra i funghi del riso e altri microrganismi nel suolo, esplorando la parte cruciale del loro ciclo di vita al di là del processo di infezione”.
La ricerca
Per studiare queste interazioni, i ricercatori hanno misurato le variazioni di pH in un terreno di coltura e osservato gli effetti sulla crescita dello Streptomyces griseus nelle diverse condizioni. Secondo gli autori la presenza del Pyricularia oryzae ha fatto aumentare significativamente il pH del terreno di coltura favorendo la crescita del batterio pur in assenza di contatto diretto tra i due microrganismi. Secondo lo studio il composto responsabile dell’aumento del pH potrebbe essere la poliammina prodotta dal fungo.
La scoperta appare davvero rilevante. Lo Streptomices, infatti, è in grado di produrre antibiotici che possono sopprimere la crescita di patogeni proprio come il Pyricularia oryzae.
Promuovendo la diffusione del batterio, in altre parole, il fungo dannoso creerebbe quindi inavvertitamente le condizioni per controllare la sua stessa diffusione. “I due microorganismi possono condividere uno spazio comune, anche nelle piante di riso, e mantenere una relazione competitiva. Lo Streptomices può funzionare come nuovo agente di biocontrollo per la Pyricularia con un impatto ambientale minimo”, spiega lo studio.
Una soluzione naturale
Secondo i ricercatori le scoperte possono avere implicazioni più ampie per la comprensione dell’impatto della modulazione del pH sulle interazioni microbiche. In questo modo, spiegano, sarebbe possibile aprire la strada allo sviluppo di strategie innovative e naturali per la gestione di altre malattie delle piante. Facendo meno ricorso, in futuro, ad agenti chimici dannosi.
“I nostri risultati suggeriscono che lo Streptomyces griseus potrebbe essere utilizzato come agente di controllo biologico nelle risaie, offrendo un’alternativa ai fungicidi chimici”, afferma Furuyama. “Se riusciamo a potenziarne la crescita possiamo essere in grado di ridurre l’impatto del brusone del riso in modo ecologico”.

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Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
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