In Canada si studiano soluzioni naturali contro il degrado del suolo
I ricercatori dell’Università Laval, in Québec, stanno esplorando nuovi metodi contro il deterioramento dei terreni della Montérégie, una regione chiave per l’agricoltura del Canada. In esame paglia, trucioli e polifenoli
di Matteo Cavallito
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Il rapido degrado dei suoli organici sta interessando sempre di più la Montérégie, una delle principali regioni agricole del Canada. Un fenomeno preoccupante, per un’area celebre per la presenza di terreni particolarmente fertili, che, in assenza di interventi, potrebbe compromettere seriamente la produzione agricola dell’area. Ad affermarlo, in un articolo pubblicato sul portale The Conversation, i ricercatori dell’Università Laval, in Québec, che da anni conducono studi sui processi in atto nei campi.
Qui, spiegano, un insieme di eventi naturali e di pratiche agricole che favoriscono l’ossigenazione e la decomposizione della materia organica favorisce il degrado dei terreni. Con il rischio di rendere questi ultimi inutilizzabili entro 50 anni.
Il progetto di ricerca in Canada
In risposta a questo problema, l’ateneo canadese ha avviato da qualche tempo un partenariato che coinvolge 14 aziende agricole e punta a “sviluppare una gestione integrata e sostenibile dei suoli organici” perseguendo “tre obiettivi specifici”:
- quantificare le perdite di CO2 e di nitrati nelle aziende agricole;
- determinare l’impatto dell’aggiunta di sostanze organiche ai terreni;
- individuare la strategia agronomica ottimale per la gestione degli ammendanti.
I suoli organici, ricordano gli autori, si formano in ambienti come le torbiere, dove la grande quantità di acqua impedisce all’ossigeno di entrare nel terreno rallentando la decomposizione della materia vegetale.
Questi terreni, che evidenziano una concentrazione di materia organica compresa tra il 30 e il 100%, sono particolarmente fertili ma anche molto vulnerabili. Per coltivarli, infatti, è necessario drenare l’acqua in eccesso garantendo così l’ingresso dell’ossigeno. Questo processo, tuttavia, attiva anche i microrganismi del suolo, che iniziano a decomporre la materia rilasciando così il carbonio nell’atmosfera. A ciò si aggiungono fenomeni correlati come la perdita di spessore, la riduzione della fertilità stessa e l’erosione.
Necessari sistemi alternativi di rigenerazione
“Attualmente quasi il 16% della superficie di terreno organico coltivato nel Montérégie del Québec è già considerato sottile e altamente degradato a causa della forte decomposizione”, scrivono i ricercatori. “Si tratta di un dato allarmante per il futuro della produzione agricola, specialmente se questa percentuale dovesse aumentare”. Per questo, spiegano, è necessario determinare metodi alternativi per preservare e rigenerare i terreni. L’aggiunta di rame, praticata in passato per rallentare la decomposizione microbica, si è rivelata poco efficace oltre che controproducente di fronte al relativo rischio di contaminazione degli ecosistemi circostanti. Altri sistemi, tuttavia, appaiono promettenti.
Tra questi l’uso di materiali ricchi di carbonio, come la paglia e i trucioli di legno che possono arricchire i suoli organici migliorandone le proprietà fisiche.

Il confronto tra un suolo scarsamente degradato (a sinistra) e un suolo gravemente degradato (a destra). FOTO: Karolane Bourdon, université Laval (Canada).
L’aggiunta di materiale organico migliora le proprietà fisiche del suolo
Il meccanismo di basa sui principi della fotosintesi e sfrutta la capacità delle piante di utilizzare l’energia solare per produrre biomassa, trasformando il carbonio presente nell’aria in materia organica. Questo processo contrasta direttamente la decomposizione, rallentando la perdita della materia stessa.
“La nostra ricerca ha dimostrato che l’applicazione di paglia o trucioli di legno ai terreni organici può compensare le perdite di carbonio e di suolo causate dalla decomposizione microbica”, spiegano i ricercatori.
“Inoltre, se mescolati al terreno in dosi adeguate, la paglia e il cippato hanno il potenziale per ripristinare l’aerazione e il drenaggio del suolo, essenziali per una buona crescita delle piante”.
Occorre bilanciare le esigenze di piante e microrganismi
L’applicazione di paglia e trucioli di legno ai terreni è tuttora in fase di sperimentazione in alcuni campi della regione, spiegano i ricercatori. Questa tecnica sarà studiata ulteriormente in un nuovo programma di ricerca che durerà fino al 2029. L’obiettivo è quello di definire una gestione ottimale delle dosi garantendo l’equilibrio tra le esigenze delle piante e quelle dei microrganismi del suolo.
L’aggiunta di materia organica nel terreno, rilevano infatti gli autori, “stimola l’attività microbica, ma le dosi devono essere regolate per evitare che si crei un’eccessiva competizione tra le piante e i microbi del suolo per alcuni elementi essenziali, come l’azoto“.
Gli stessi scienziati, infine, stanno anche studiando l’uso di polifenoli, molecole prodotte dalle piante che sembrano avere la capacità di rallentare la decomposizione nei terreni. “Questo approccio ha mostrato un potenziale promettente, ulteriori studi sono comunque necessari prima di una sua applicazione su larga scala”, concludono i ricercatori.

Il rapido degrado dei suoli organici sta interessando sempre di più la Montérégie, una delle principali regioni agricole del Canada. Foto: Axel Drainville Attribution-NonCommercial 2.0 Generic CC BY-NC 2.0 Deed
Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
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