15 Luglio 2022

L’8° rapporto Plastic Consult: il fatturato della filiera conferma il tasso di crescita media annua superiore al 10%. Del comparto fanno parte 275 aziende che danno lavoro a poco meno di 3mila persone. Fra i risultati più significativi, l’aumento dei teli pacciamanti. Una risposta alle gravi contaminazioni da plastica dei terreni agricoli

di Emanuele Isonio

 

275 aziende che si dividono una comparto del valore complessivo di 1.061 milioni di euro, dando lavoro a 2895 addetti e producendo 125.350 tonnellate di manufatti. Sono i numeri più rilevanti dell’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili nel 2021. A fotografarli, l’8° rapporto realizzato da Plastic Consult, società indipendente specializzata in studi e analisi di mercato nel settore delle materie plastiche.

Il fatturato della filiera supera quindi il miliardo di euro. Una cifra che è cresciuta nel corso degli ultimi anni e anche l’anno scorso ha confermato un tasso di crescita media annua superiore al 10%.

Il numero di imprese rimane invece sostanzialmente invariato dopo la crescita costante degli ultimi anni: del gruppo fanno parte 5 produttori di chimica e intermedi di base, 20 produttori e distributori di granuli, 185 operatori di prima trasformazione e 65 operatori di seconda trasformazione.

I principali numeri dell’industria italiana delle bioplastiche. FONTE: Rapporto Plastic Consult 2022

FONTE: Rapporto Plastic Consult 2022

Bioplastiche, anche gli addetti crescono a doppia cifra

La regione con il maggior numero di imprese è la Lombardia: sul suo territorio operano più di 40 aziende, seguita da Veneto (29 aziende) e Campania (20 imprese). Anche il tasso di occupazione fa segnare una crescita analoga a quella del fatturato. Secondo lo studio Plastic Consult, gli addetti dedicati, ovvero le risorse che nelle aziende del comparto si occupano direttamente dei prodotti che entrano nella filiera delle plastiche compostabili, sono più che raddoppiati nel corso di 10 anni registrando una crescita di oltre il 4% nel 2021 rispetto al 2020.

“Nonostante il 2021 sia stato un anno difficile legato all’aumento dei costi, sia energetici che delle materie prime, il comparto dei polimeri compostabili ha raggiunto risultati brillanti” ha sottolineato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche. “Innovazione e circolarità sono le parole chiave che guidano l’applicazione delle bioplastiche in nuovi settori, come nel caso dell’agro-alimentare”.

L’andamento decennale del fatturato del comparto bioplastiche. FONTE: Rapporto Plastic Consult 2022

FONTE: Rapporto Plastic Consult 2022

La direttiva SUP ha prodotto effetti anche prima di entrare in vigore

Tra i principali settori applicativi, nel 2021 il maggiore tasso di crescita viene registrato dal film per usi non alimentari, per imballaggio e per altre applicazioni minori (+57% rispetto al 2020). Da notare che la crescita percentuale del monouso biodegradabile compostabile sia rallentata anche prima dell’introduzione della direttiva sui prodotti monouso. Una prova di quanto già l’attesa della norma abbia già prodotto effetti. La produzione complessiva nazionale di monouso (plastica convenzionale + plastica biodegradabile compostabile) ha registrato, infatti, una diminuzione del 31,7% dal 2020 al 2021.

L’andamento del mercato italiano dei bioshopper FONTE: Rapporto Plastic Consult 2022

FONTE: Rapporto Plastic Consult 2022

L’uso delle bioplastiche compostabili si rafforza invece nel comparto dei sacchetti per l’umido: +5%. Un dato figlio dell’introduzione, dal 1° gennaio scorso, della legge che obbliga tutti i Comuni italiani ad effettuare la raccolta differenziata dell’organico (all’interno del quale vanno conferite anche le bioplastiche compostabili).

Il valore dei teli pacciamanti

Ancora più decisa la crescita di questi materiali in ambito agricolo (+12%). Merito soprattutto, in questo caso, della diffusione dei teli di pacciamatura. “Questi teli – spiega Bianconi – permettono di superare i problemi relativi al fine vita dei manufatti plastici in agricoltura. Gli imballaggi compostabili per l’ortofrutta contribuiscono a garantire la qualità della raccolta differenziata dell’umido”.

D’altro canto, trovare risposte in grado di contrastare efficacemente la presenza abnorme della plastica nei suoli è ormai improrogabile. Tanto da spingere la FAO, pochi mesi fa, a dedicare un rapporto specifico alla questione. Nel documento dell’Agenzia Onu si sottolineava che “la terra usata per coltivare il nostro cibo è sottoposta a un inquinamento da parte dei contaminanti plastici anche maggiore di quella che colpisce gli oceani”.

Plastica utilizzata in agricoltura in Europa per imballaggi e altri scopi. FONTE: Ape Europe, 2019; PlasticsEurope e V., 2019.

Plastica utilizzata in agricoltura in Europa per imballaggi e altri scopi. FONTE: Ape Europe, 2019; PlasticsEurope e V., 2019.

E la domanda di prodotti plastici a scopo agricolo è prevista in decisa crescita: la richiesta mondiale di film per serre, pacciamatura e insilati aumenterà del 50%, da 6,1 milioni di tonnellate nel 2018 a 9,5 milioni di tonnellate nel 2030. Se si considera che – ricorda sempre la FAO – dei circa 6,3 miliardi di tonnellate di plastica prodotta fino al 2015, quasi l’80% non è stato smaltito correttamente, si capiscono i margini di crescita dei prodotti alternativi in plastica biodegradabile e compostabile.