2 Ottobre 2024

L’inquinamento del suolo contribuisce alla diffusione delle malattie cardiovascolari

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Lo studio tedesco: la contaminazione di suolo, acqua e aria causa circa 9 milioni di morti premature all’anno. Più di metà è di origine cardiovascolare

di Matteo Cavallito

 

L’inquinamento chimico del suolo, dell’acqua, dell’aria e degli alimenti è “una delle principali minacce ambientali, capace, secondo le stime, di provocare 9 milioni di morti premature in tutto il mondo”. Lo afferma una ricerca dell’Università di Magonza, in Germania, che ha coinvolto anche ricercatori provenienti da altri Paesi. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Reviews Cardiology chiama in causa innanzitutto le stime del Global Burden of Disease, uno dei maggiori programmi di ricerca su scala mondiale, secondo le quali l’inquinamento avrebbe prodotto 5,5 milioni di decessi per malattie cardiovascolari nel 2019. Gli autori tracciano inoltre un quadro del problema sottolineando il ruolo di alcuni contaminanti in particolare, degli eventi antropogenici e dei meccanismi di innesco delle patologie.

La mappa dei siti di interesse nazionali e regionali in attesa di bonifica. FONTE: ISPRA.

La mappa dei siti contaminati di interesse nazionali e regionali in attesa di bonifica. FONTE: ISPRA.

Incendi, clima e deforestazione favoriscono il fenomeno

“Il degrado del suolo minaccia la salute di almeno 3,2 miliardi di persone ( il 40% della popolazione globale), mentre sono oltre 2 miliardi coloro che vivono in Paesi con problemi idrici”, spiega lo studio. Accanto al degrado si colloca poi la presenza degli inquinanti che, proseguono gli studiosi, “riducono la capacità di produrre cibo, con conseguente impoverimento dei raccolti, malnutrizione e malattie, e possono infiltrarsi nei fiumi, peggiorando l’inquinamento delle acque”.

A favorire il fenomeno sono alcuni eventi di origine umana come la deforestazione, gli incendi e il cambiamento climatico. Questi fenomeni, in particolare, “aggravano l’inquinamento innescando l’erosione del suolo e rilasciando nell’aria e nell’acqua le sostanze inquinanti sequestrate”.

Così dunque i principali contaminanti possono diffondersi entrando in circolo nella catena alimentare umana danneggiando la salute. Sotto accusa, in particolare, alcuni elementi di varia origine. “Vi sono solide evidenze di un legame tra diversi inquinanti, tra cui metalli pesanti, pesticidi, diossine e sostanze chimiche sintetiche tossiche, e un aumento del rischio di malattie cardiovascolari”, prosegue lo studio. “Alcuni rapporti inoltre suggeriscono un’associazione tra particelle di microplastiche e nanoplastiche e malattie cardiovascolari”.

Il risultato: stress ossidativo e infiammazioni

Ma qual è il meccanismo alla base di tutto questo? Tracciando una panoramica della relazione tra l’inquinamento del suolo e dell’acqua e la salute, gli autori forniscono una risposta: “Nonostante la loro diversa composizione chimica, gli inquinanti inducono malattie cardiovascolari attraverso meccanismi comuni”.

Nel dettaglio: “L’inquinamento da metalli pesanti, pesticidi, microplastiche e nanoplastiche causa danni cardiovascolari interagendo con i tioli legati alle proteine, inducendo stress ossidativo e infiammazione e alterando i ritmi circadiani”. Oltre ai problemi cardiaci, l’esposizione a sostanze tossiche “sul luogo di lavoro, attraverso i prodotti di consumo o indirettamente attraverso la contaminazione ambientale, contribuisce alla disfunzione endoteliale”.

L’inquinamento del suolo è un problema globale

L’intrusione di sostanze tossiche nel terreno resta un fenomeno critico per tutto il mondo. Nel 2022, in risposta al problema, la FAO ha lanciato ufficialmente l’International Network on Soil Pollution, un’alleanza nata per “fermare la contaminazione del suolo e azzerare l’inquinamento su scala globale”. Un anno prima, il rapporto “Global Assessment of Soil Pollution” aveva evidenziato come i terreni del Pianeta assorbissero 109 milioni di tonnellate di fertilizzanti azotati sintetici. La relazione ricordava inoltre come tra il 2000 e il 2017 l’impiego dei pesticidi su scala globale fosse aumentato del 75%.

A preoccupare anche l’inquinamento da plastica. Secondo la FAO, le filiere agricole utilizzano ogni anno 12,5 milioni di tonnellate di prodotti realizzati con questo materiale. Altre 37,3 milioni di tonnellate vengono utilizzate negli imballaggi alimentari. I maggiori utilizzatori sono rappresentati dai diversi segmenti della produzione agricola e dell’allevamento, con 10,2 milioni di tonnellate all’anno complessive. Seguono pesca e acquacoltura con 2,1 milioni di tonnellate e silvicoltura con 200mila tonnellate.