15 Aprile 2021

Da oltre 1200 anni il Giappone registra il giorno di piena fioritura dei suoi ciliegi. L’università di Osaka ha messo in fila quei dati, trasformandoli in un indicatore del surriscaldamento globale. Da metà ‘800 il fenomeno avviene sempre prima. Nel 2021 è record di precocità

di Emanuele Isonio

 

Ascolta “I ciliegi giapponesi ci mettono in guardia dal climate change” su Spreaker.

Poetici, onirici, rilassanti, profumatissimi. Ma anche utili per una fotografia cruda di una realtà meteorologica che abbiamo davanti eppure non sempre consideriamo correttamente. Per i giapponesi la fioritura dei ciliegi è un evento quasi sacro: l’hanami (letteralmente “guardare i fiori”) riunisce famiglie e amici in tutto il Paese per celebrare l’effimera bellezza del sakura. Il ciliegio è uno dei simboli più amati del Paese e i 5 petali dei suoi fiori richiamano sia i cinque elementi sacri giapponesi (terra, fuoco, aria, acqua, vuoto) sia i cinque orienti del Buddhismo esoterico (i quattro punti cardinali e il centro).

La scoperta del ricercatore di Osaka

Proprio questa passione insita nella cultura nipponica ha reso maniacale l’annotazione del momento in cui avviene la fioritura dei ciliegi. Ed è proprio scartabellando tra i documenti tenuti da imperatori, aristocratici, governatori e monaci nel corso dei secoli che Yasuyuki Aono, ricercatore dell’università di Osaka, ha ricostruito una striscia temporale più che millenaria. “Ho cercato e raccolto i dati fenologici per la data di piena fioritura del ciliegio (Prunus jamasakura) da molti diari, cronache e documenti imperiali” racconta Aono. Le prime registrazioni risalgono all’812 dopo Cristo. La piena fioritura in particolare viene considerata come il momento in cui l’80% dei sakura è sbocciato.

2021, nuovo record

“Il set di dati della fioritura dei ciliegi giapponesi è incredibilmente prezioso per la ricerca sui cambiamenti climatici a causa della sua lunghezza e la forte sensibilità della fioritura alle temperature primaverili”, ha spiegato al Washington Post Benjamin Cook, ricercatore della Columbia University specializzato nella ricostruzione dei dati climatici del passato. Mettendo in fila quei dati – un vero e proprio tesoro per meteorologi e climatologi – Aono è riuscito a costruire una linea che evidenzia come il momento della fioritura stia avvenendo sempre prima.

Il trend del primo giorno di piena fioritura dei ciliegi dell’area di Kyoto dall’800 a oggi. FONTE: Osaka Prefecture University.

Dal 1800 a oggi, i dati suggeriscono che la data del picco a Kyoto si sia gradualmente spostata dal tradizionale appuntamento di metà aprile verso l’inizio del mese, scavallando addirittura marzo. Esattamente quanto avvenuto quest’anno. Nel 2021 si è infatti registrato un record preoccupante: la fioritura è avvenuta il 26 marzo. Il precedente record – ricorda un’analisi della BBC – era stato stabilito nel 1409, quando la stagione aveva raggiunto il picco il 27 marzo. Ma quella fu un’eccezione rispetto a una situazione rimasta stabile fino all’avvento dell’era industriale.

L’andamento a “mazza da hockey”

Il grafico delle fioriture mostra un andamento a “mazza da hockey”: piatta per molti secoli e con una decisa inclinazione a partire dalla metà dell’800. Alquanto simile all’andamento delle temperature registrato in tutti gli studi di meteorologia. A Kyoto, la data media di fioritura nel 1850 cadeva il 17 aprile; ora è più vicina al 5 aprile. Durante questo periodo, la temperatura media nella regione è aumentata di 3,4 °C.

Peraltro, la piena fioritura è stata anticipata in tutto il Giappone. A Tokyo è avvenuta il 22 marzo: la seconda data più precoce dopo il 1953 e il nono hanami di fila avvenuto prima del normale, rivela il Japan Forward. Nella prefettura di Hiroshima, i fiori sono sbocciati addirittura l’11 marzo, otto giorni prima del precedente record, fatto segnare nel 2004.

La "mappa di previsione della fioritura dei ciliegi" mostra la data in cui i fiori sbocciano, ma non la piena fioritura (considerata come il momento in cui l'80% dei fiori è sbocciato). FONTE: Japan Meteorological Corporation.

La “mappa di previsione della fioritura dei ciliegi” mostra la data in cui i fiori sbocciano, ma non la piena fioritura (considerata come il momento in cui l’80% dei fiori è sbocciato). FONTE: Japan Meteorological Corporation.

Un pericolo per impollinatori e rese agricole

La fioritura anticipata dei ciliegi non è però solo un indicatore di cambiamento climatico. Le conseguenze a livello agricolo e di sicurezza alimentare non vanno sottovalutate. “La sbocciatura precoce rende i fiori di ciliegio più vulnerabili alle gelate primaverili” ha spiegato al Washington Post Theresa Crimmins, direttore del National Phenology Network degli Stati Uniti. “Per gli alberi che, come i ciliegi, fioriscono prima dell’uscita delle foglie, il rischio è particolarmente alto perché, dopo una gelata, non generano più altre serie di boccioli”. E questo impatta sulla fruttificazione per l’intero anno. “Abbiamo rilevato conseguenze massiccie sulle colture di frutta, causate da fioriture precoci seguite da successive gelate”.

Le preoccupazioni non finiscono qui però: anche la sopravvivenza e la diffusione degli insetti impollinatori viene messa a rischio. “Le api – prosegue Crimmins – sono insetti chiave per i ciliegi. Se questi fioriscono quando le api non sono ancora attive, ciò può produrre una scarsa impollinazione. Ma anche la vita delle api è in pericolo: i fiori di ciliegio sono infatti una risorsa alimentare molto importante quando gli impollinatori tornano in attività dopo il letargo invernale”.