21 Agosto 2025

La storia di Ryan e di come l’agricoltura rigenerativa ha salvato la sua azienda

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L'azienda agricola di Ryan Britt si estende su 5.000 acri in tre contee in Missouri. PHOTO: Britt Farms.

Erede di una famiglia di agricoltori del Missouri, Ryan Britt ha adottato una serie di pratiche di agricoltura rigenerativa. Risultato: suoli più fertili e più resilienti alla siccità e alle altre sfide climatiche

di Emanuele Isonio

 

Per la famiglia Britt il rapporto con la terra e l’agricoltura è qualcosa di ancestrale. Fin dal 1865 hanno infatti avviato un’azienda agricola nel Missouri centro-settentrionale, estendendo i propri possedimenti per chilometri. Attualmente i terreni dei Britt coprono più di 2mila ettari distribuiti in tre contee dello stato nordamericano. Anche loro, come tutti gli agricoltori, devono però far fronte alle sfide imposte dai cambiamenti climatici e da eventi meteo sempre più estremi. Tanto più che i suoli dell’azienda variano da compatti a sabbiosi ad argillosi. E alcuni sono particolarmente soggetti a erosione naturale.

L’ultimo erede della dinastia Britt, Ryan, ha quindi deciso di introdurre delle tecniche nuove nella coltivazione dei terreni di famiglia, applicando le lezioni e i principi appresi durante gli studi universitari e nel suo lavoro con il Servizio di Ricerca Agricola del Dipartimento del’Agricoltura degli Stati Uniti. “Sono tornato dall’università desideroso di provare qualcosa e mio padre, a suo merito, è stato molto aperto”, racconta Ryan in una testimonianza rilasciata all’American Farm Bureau Federation.

La resilienza dell’agricoltura rigenerativa

Le tecniche introdotte da Ryan fanno tutte capo all’agricoltura rigenerativa. Un approccio che vuole migliorare la salute del suolo, la biodiversità e la resilienza ecologica, per rigenerare le risorse naturali, aumentare la fertilità del terreno, la capacità di assorbimento dell’acqua e favorire il sequestro di carbonio.

“Posso sopravvivere solo con pane e acqua, ma mi sento decisamente meglio quando mangio una bistecca. Per migliorare e crescere, abbiamo bisogno di più nutrimento”, spiega Ryan con una metafora. “Lo stesso vale per i nostri terreni agricoli. Vogliamo migliorarli per la prossima generazione”.
Una delle prime tecniche utilizzate fu il sistema di semina diretta. Noto anche come semina su sodo, tale tecnica agricola prevede l’utilizzo dei semi direttamente nel terreno non lavorato, senza aratura o altre forme di lavorazione del terreno. I residui vegetali della coltura precedente vengono lasciati sul terreno per proteggerlo e arricchirlo.

Argini contro la siccità

L’efficacia di tale approccio arrivò nel 2012. Quell’anno l’azienda dei Britt, al pari delle altre del Missouri, furono colpite da una siccità particolarmente grave. “Fu l’anno più secco che avessimo mai visto”, ricorda Ryan. Nonostante ciò, i terreni sui quali avevano utilizzato la semina diretta riuscirono comunque a produrre un po’ di raccolto, a differenza delle aziende vicine che rimasero totalmente a secco. Da quell’anno, il sistema di semina diretta fu esteso al 100% dei terreni della Britt Farms. Non solo: Ryan e suo padre decisero di utilizzare altre azioni di agricoltura rigenerativa.

Introdussero ad esempio le coltivazioni di copertura: colture erbacee intercalari inserite tra due colture principali, non destinate alla raccolta ma coltivate per migliorare la fertilità dei suoli e mitigare gli impatti delle attività agricole. Risultato: negli anni di siccità, i campi su sodo che erano stati sottoposti a rotazione con colture di copertura si sono dimostrati più resilienti, producendo circa l’80% del raccolto nonostante le condizioni difficili.

Il pascolo a rotazione

Altrettanto utile è stato il ruolo del bestiame che i Britt allevano: circa 1300 bovini sono stati lasciati liberi di pascolare a rotazione nei campi dell’azienda. “Abbiamo riscontrato maggiori miglioramenti nel nostro percorso verso la salute del suolo integrando il bestiame. Il pascolo a rotazione è un fattore cruciale per poter praticare la semina diretta e le colture di copertura” osserva Ryan che ha riscontrato le rese più elevate nei campi nei quali il bestiame aveva pascolato.

Effettivamente, la ricerca scientifica conferma il motivo di tale positivo apporto: quando gli animali mangiano l’erba, estirpano le radici. Ciò stimola la crescita delle radici, creando un apparato radicale più sano nel sottosuolo.

I ricercatori hanno verificato che pascoli sani, pascolati a rotazione, sequestrano meglio il carbonio rispetto ai terreni lasciati intatti.

Integrare il pascolo a rotazione nei terreni aiuta a consolidare l'effetto delle altre pratiche di agricoltura rigenerativa. FOTO: Britt Farms.

Integrare il pascolo a rotazione nei terreni aiuta a consolidare l’effetto delle altre pratiche di agricoltura rigenerativa. FOTO: Britt Farms.

Curare l’acqua e gl iimpollinatori

Altre azioni hanno invece riguardato la cura delle risorse idriche. Una serie di recinzioni impedisce ad esempio che il bestiame rimanga lontano dai corsi d’acqua vicini metre pascola. L’introduzione poi di fasce di “vegetazione cuscinetto” lungo i canali e i torrenti ha rappresentato un’ulteriore forma di garanzia. La costruzione di alcuni terrazzamenti ha inoltre permesso la livellatura del terreno per rallentare il deflusso nei campi in pendenza.

Sposando l’agricoltura rigenerativa, Ryan Britt ha deciso di non destinare alla produzione agricola tutti i terreni. Alcuni acri sono stati infatti riservati al Conservation Reserve Program per poterci coltivare erbe e fiori selvatici. In questo modo hanno creato un habitat perfetto per gli insetti impollinatori all’interno dell’azienda agricola. Peraltro Britt Farms dispone anche di una zona umida destinata all’habitat per la fauna selvatica. Tanti tasselli per “dare alla terra l’opportunità di mantenersi e migliorarsi, in modo che anche la prossima generazione possa goderne con successo”.