18 Luglio 2025

Siccità, il Mediterraneo tra gli hotspot mondiali più colpiti

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Un nuovo rapporto dell’UNCCD ha individuato gli impatti, ambientali, sociali ed economici della siccità nelle zone più colpite nel biennio 2023-2024. Tra loro, Spagna, Marocco e Turchia. “Una catastrofe globale che si estende su milioni di km quadrati e colpisce milioni di persone”

di Emanuele Isonio

Il legame probabilmente più difficile da comprendere, per chi vive nel mondo ricco e si considera ancora relativamente al sicuro dagli effetti perversi del cambiamento climatico, è quello tra la crescita della siccità e il raddoppio dei matrimoni infantili forzati. Eppure è uno degli esempi concreti espressamente citati nel rapporto dedicato dall’UNCCD (Convenzione delle Nazioni Unite per la desertificazione) agli impatti economici, sociali e ambientali della siccità. Accade nelle aree dell’Etiopia in cui le carenze idriche sono più forti. Nonostante i matrimoni precoci siano illegali, per molte famiglie sono spesso l’unico modo per avere una dote da trasformare in reddito, alleggerendo al tempo stesso l’onere di fornire cibo e beni di prima necessità a uno dei propri figli.

Ma questo caso, apparentemente così estremo, aiuta a comprendere come le conseguenze della siccità crescente siano ben più profonde di quanto pensiamo. E “nessun Paese, per quanto ricco e dotato di risorse naturali, può permettersi di essere compiacente” con il fenomeno, sottolinea Mark Svoboda, direttore del National Drought Mitigation Center (NDMC) dell’Università del Nebraska-Lincoln che ha curato la pubblicazione insieme all’UNCCD.

Gli impatti della siccità

Il rapporto nasce con l’obiettivo di identificare le regioni del mondo più gravemente colpite dalla siccità nel 2023-2024, esplorando gli impatti sperimentati in queste aree, indaga le vulnerabilità sottostanti delle popolazioni colpite ed esamina i fattori climatici che hanno contribuito alla gravità degli effetti della siccità.

“Comprendere quali aree e popolazioni sono state maggiormente colpite, e perché, è essenziale per orientare le future strategie di mitigazione, migliorare la pianificazione della resilienza e supportare risposte politiche eque” si legge nel rapporto, che vuole aiutare a “migliorare il monitoraggio, la pianificazione e le capacità di risposta alla siccità, fornendo al contempo spunti concreti per ricercatori, responsabili politici e organizzazioni umanitarie che lavorano per affrontare le conseguenze degli eventi climatici estremi”.

Un biennio record

Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), il 2023 e il 2024 sono stati i due anni più caldi mai registrati a livello globale. In particolare il 22 luglio 2024 ha stabilito il record per il giorno più caldo della Terra. Alte temperature e mancanza di precipitazioni hanno avuto conseguenze diffuse: carenza di acqua, scarsità di cibo, danni alle attività agricole, razionamento dell’energia elettrica.

“Questo non è semplicemente l’ennesimo periodo di siccità”, prosegue Svoboda. “Si tratta di una catastrofe globale che si estende su milioni di chilometri quadrati e colpisce milioni di persone, tra le peggiori che abbia mai visto”.

Alcune aree del mondo hanno subito gli effetti con particolare forza. Basandosi su oltre 250 studi, fonti scientifiche e notizie di stampa il rapporto ha quindi individuato alcuni hotspot mondiali nei diversi continenti. Tra di essi, il bacino del Mediterraneo. E in particolare, la Spagna, il Marocco e la Turchia.

Gli effetti sul bacino del Mediterraneo

“Le difficoltà incontrate da Spagna, Marocco, Turchia e molti altri per assicurarsi acqua, cibo ed energia in un contesto di siccità persistente offrono un’anteprima del futuro dell’acqua in un riscaldamento globale incontrollato” osserva Svoboda.

I dati riportati nel documento UNCCD relativi ai tre Paesi mediterranei sono ovviamente preoccupanti. Qualche esempio: a causa della siccità, la popolazione ovina del Marocco è ad esempio diminuita del 38% in 10 anni. Lo Stato nordafricano registrava a gennaio 2024 un deficit idrico del 57%. In Turchia, l’88% del territorio nazionale è a rischio desertificazione. In Spagna solo il 25% dei Comuni con più di 20mila abitanti ha un piano di gestione della siccità, che però sta già colpendo il 60% dei terreni agricoli nazionali.

D’altro canto, a conferma che il problema non è limitato ad alcuni Stati, nel rapporto si sottolinea che, secondo l’ultima mappa dell’Indicatore Combinato di Siccità, il 26,9% dell’intero territorio dell’Unione europea è in condizioni di allerta è il 10% di allarme.

Il Fattore El Niño

La siccità globale tra il 2023 e il 2024, ricordano gli autori del rapporto, è stata influenzata da El Niño, uno dei due importanti fenomeni climatici che, insieme a La Niña, incidono su meteo e clima globali. Un picco del riscaldamento globale si è verificato nel 2023. El Niño causa tipicamente condizioni di siccità nell’Africa meridionale, nell’Asia meridionale e sud-orientale, nel Sud America settentrionale, nell’America centrale e in Australia. La Niña, d’altra parte, tende a causare condizioni di siccità nell’Africa orientale, nell’Asia occidentale, nel Sud America meridionale e nel Nord America meridionale.

Le immagini mostrano l'effetto combinato del Niño e della Niña durante gli inverni e le estati dell'Emisfero boreale. FOTO: UNCCD, Drought Hotspots Around the World 2023-2025.

Le immagini mostrano l’effetto combinato del Niño e della Niña durante gli inverni e le estati dell’Emisfero boreale. FOTO: UNCCD, Drought Hotspots Around the World 2023-2025.

“El Niño ha innescato condizioni di siccità in terreni agricoli, ecosistemi e aree urbane nel 2023-2024, aggravando gli effetti in regioni già colpite dal caldo, dalla pressione demografica e dalla fragilità delle infrastrutture” spiega Kelly Helm Smith, coautrice del rapporto, vicedirettrice dell’NDMC e ricercatrice sugli impatti della siccità.

Gli impatti della siccità colpiscono in modo sproporzionato le popolazioni vulnerabili, tra cui donne, bambini, anziani, persone con malattie croniche, agricoltori di sussistenza e agropastori, ha affermato Smith. I rischi per la salute includono epidemie di colera, malnutrizione acuta, disidratazione ed esposizione ad acqua inquinata. Frequenti sono poi i casi in cui le persone sono costrette ad abbandonare le proprie case e comunità in cerca di lavoro o condizioni di vita minimamente accettabili.

Le azioni necessarie

“Le future sofferenze e devastazioni potrebbero essere ridotte agendo ora”, ha affermato Smith. “La siccità non è solo un evento meteorologico: può essere un’emergenza sociale, economica e ambientale. La domanda non è se accadrà di nuovo, ma se saremo più preparati la prossima volta”.

Nel documento UNCCD si sottolinea quindi la necessità di investire in infrastrutture efficienti dal punto di vista idrico e soluzioni basate sulla natura, distribuendo equamente le risorse alle persone colpite dalla siccità e attuando cambiamenti nelle politiche relative all’uso dell’acqua e ai diritti umani”. Altrettanto fondamentale agire con tempestività per ridurre gli effetti delle future siccità impegnandosi a migliorare l’accesso a cibo, acqua, istruzione, assistenza sanitaria e opportunità economiche, soprattutto per le persone più vulnerabili. Rafforzare il sostegno agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contribuirebbe a ridurre gli effetti delle future siccità.

“Le nazioni del mondo – conclude Smith – hanno le risorse e le conoscenze per prevenire molte sofferenze. Ne abbiamo la volontà?”.