19 Maggio 2025

Andalusia, il governo usa la bioeconomia per rafforzare l’olivocoltura

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Il governo regionale andaluso ha sviluppato un piano quinquennale per la transizione circolare del comparto agricolo a partire da quello dell’olivocoltura. Perno del progetto, l’uso della bioeconomia per dare valore commerciale alla trasformazione degli scarti di lavorazione

di Emanuele Isonio

 

Un nuovo piano, della durata di cinque anni, per costruire un sistema agricolo circolare basato sulla bioeconomia, a partire dalla valorizzazione del settore olivicolo. L’idea arriva dalla Spagna. Per la precisione, dall’Andalusia, dove il governo regionale ha sviluppato il “Piano d’azione per la bioeconomia circolare nella filiera agroalimentare 2025-2030”.

Obiettivo: valorizzare le biomasse agricole

“La pandemia di Covid-19 ha evidenziato l’interdipendenza delle catene del valore globali e la necessità di accelerare la transizione verso un modello economico e industriale più pulito, digitale e resiliente”, ha scritto il governo andaluso in una nota.

Il piano spagnolo si concentra sull’aumento dell’uso delle risorse di biomassa, sul rafforzamento delle economie rurali e sul miglioramento della sostenibilità del sistema alimentare. Per fare questo, si punta sullo sfruttamento del potenziale della bioeconomia, vista la sua capacità di dare valore alla trasformazione degli scarti di lavorazione.

L’esigenza di trasformare i rifiuti in input

“Le ripercussioni della guerra in Ucraina sui mercati energetici e alimentari hanno spinto l’Unione Europea a cercare alternative e a diversificare le proprie fonti di approvvigionamento”, si legge nella nota. “La transizione verso un’energia più pulita, spinta dalla necessità di contrastare il cambiamento climatico e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, è una delle iniziative guidate dall’UE, che si traduce nell’incoraggiamento degli investimenti in tecnologie verdi e sostenibili”.

L’enfasi posta sul settore olivicolo è legata alla volontà di riconoscerne l’importanza economica, culturale e ambientale per la regione. Abbandonando il sistema di produzione lineare e trasformando i rifiuti in input, si moltiplica l’impatto economico dell’industria olearia. E, allo stesso tempo, se ne riduce l’impronta ecologica. Per riuscirci, all’interno del piano andaluso sono previsti dei progetti capaci di utilizzare pratiche circolari: tra di essi, lo sviluppo di nuove tecnologie per la separazione, la lavorazione e la conversione degli scarti delle olive in prodotti validi dal punto di vista commerciale. Sono quindi previsti incentivi per iniziative pilota e per l’adozione di tecnologie e la commercializzazione di prodotti di origine biologica.

Nel piano, tre progetti sull’olivocoltura

Le misure del piano del governo andaluso includono il sostegno a tre progetti in favore per promuovere la “catena del valore bio-based” e ridurre gli sprechi e le emissioni derivanti dai processi di produzione dell’olio d’oliva. In particolare, il progetto Oleacirc si concentra sullo sviluppo di best practice nella valorizzazione dei sottoprodotti dell’olivocoltura. Il progetto Gasolive si concentra invece sul potenziale delle tecnologie di gassificazione per convertire i residui delle olive in energia e fertilizzanti organici. E infine, il progetto Oruland, punta a ridurre gli sprechi e le emissioni derivanti dai processi di produzione dell’olio d’oliva. Essendo iniziative guidate dal governo, i risultati ottenuti saranno utilizzati anche per supportare il processo decisionale ufficiale, sia a livello aziendale che di attuazione delle politiche pubbliche, per migliorare la sostenibilità del settore oleicolo spagnolo.

Il piano include anche specifiche misure di comunicazione e coinvolgimento del pubblico volte a sensibilizzare il settore olivicolo sulle opportunità offerte dalla bioeconomia circolare. Tali misure prevedono la creazione di strategie personalizzate e materiali didattici per incoraggiare la partecipazione, la diffusione di case histories e l’integrazione della sostenibilità nella cultura aziendale.

Il piano propone inoltre l’istituzione di una piattaforma regionale per collegare gli attori della filiera olivicola e aumentare la coesione tra produttori, trasformatori, ricercatori, investitori e responsabili politici, per stimolare la creazione di partenariati pubblico-privati.