8 Gennaio 2025

Il cambiamento climatico riduce la qualità del riso in Cina e Giappone

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Secondo uno studio cinese la qualità del riso peggiora da decenni e il fenomeno non sembra destinato a frenare nel corso del secolo

di Matteo Cavallito

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Le condizioni metereologiche legate al cambiamento climatico determinerebbero un peggioramento della qualità del riso coltivato in Asia orientale. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters. La ricerca, a cura degli scienziati della Normal University di Shaanxi, in Cina, ha sottolineato il ruolo chiave dell’aumento delle temperature rilevando l’impatto del fenomeno sugli aspetti nutrizionali di quello che resta un alimento base per miliardi di persone. E la cui domanda, ricordano gli studiosi, è raddoppiata a livello globale negli ultimi 50 anni.

Oltre tre decenni di dati in esame

“La sicurezza alimentare non è legata solo alla resa, ma anche alla qualità che è strettamente correlata alla nutrizione umana e al valore di mercato”, spiega lo studio. “Sebbene la qualità delle colture sia generalmente controllata dai geni di ciascuna varietà, anche i cambiamenti climatici hanno un impatto importante. I nostri risultati evidenziano che la necessità di considerare sia la resa che gli aspetti qualitativi”. L’indagine, ricorda una nota della stessa università, si è basata sui dati raccolti in 35 anni in Giappone e Cina.

Gli studiosi, in particolare, hanno preso in considerazione la cosiddetta Head Rice Rate (HRR) o quota di riso intero, un indicatore che misura la frazione dei chicchi che conservano almeno il 75% della loro lunghezza dopo la lavorazione.

Lo studio ha analizzato variabili climatiche per determinare quelle che influenzano maggiormente la qualità del riso, tra cui le temperature notturne e diurne, la temperatura media giornaliera, le giornate calde (con temperature superiori ai 30/35 °C), le precipitazioni, l’umidità relativa, la radiazione solare, la copertura nuvolosa, la pressione del vapore diurna, la traspirazione e la concentrazione di anidride carbonica. I risultati hanno mostrato che le temperature notturne sono il principale fattore che influisce sulla qualità del riso.

Le temperature sono determinanti per la qualità del riso

Secondo gli studiosi quando queste ultime superano una soglia critica la fotosintesi si riduce e, con essa, diminuisce l’accumulo di amido nei chicchi con un peggioramento della qualità del riso e un aumento dell’incidenza dei chicchi rotti. “I risultati mostrano un calo significativo della percentuale di riso di alta qualità causato principalmente dalle temperature notturne superiori a una soglia critica stimata in 18°C e 12°C rispettivamente in Cina e in Giappone”, si legge nella ricerca.

E ancora: “Le proiezioni climatiche suggeriscono una continua tendenza alla diminuzione dell’HRR negli scenari di emissioni moderate e alte entro il 2100”.

Importante anche l’effetto della radiazione solare giornaliera che ha un impatto negativo sulla qualità del riso, così come la riduzione delle precipitazioni (cui corrisponde un livello qualitativo più basso) e l’aumento della pressione del vapore diurna. In media, spiegano ancora i ricercatori, la qualità del riso in Cina registra un HHR del 62% ed è diminuita dell’1,45% ogni decennio. In Giappone si rileva tuttora una qualità più alta (66%) ma anche un declino più marcato della stessa con una riduzione del 7,6% su base decennale.

La qualità continuerà a diminuire in futuro

In futuro le dinamiche potrebbero essere diverse ma la tendenza generale al peggioramento troverebbe comunque conferma. La qualità del riso dovrebbe diminuire dello 0,5% in Giappone e dell’1,5% in Cina tra il 2020 e il 2100 in uno scenario di basse emissioni. In caso di emissioni più elevate la perdita di qualità in Cina potrebbe superare il 5% entro la fine del secolo. La situazione sarebbe particolarmente critica nelle province meridionali del Paese, dove l’adattamento ai crescenti livelli di temperatura notturna sarà un problema rilevante che, concludono i ricercatori, interesserà la sicurezza alimentare e la stabilità economica.