Gestire bene l’acqua dolce, un’impresa possibile
L’esperienza della lighthouse farm La Scoscesa di Gaiole in Chianti dimostra come si possano ridurre e ottimizzare i consumi di acqua in agricoltura. A partire dal modo di considerare il suolo
di Linda Canale
Il suolo, il punto di incontro tra litosfera, atmosfera, biosfera e idrosfera è un ambiente estremamente complesso, difficile da studiare e, addirittura, da definire in maniera esauriente ed incontrovertibile. Allo stesso modo lo è il bilancio idrico del suolo, argomento importante se si considerano le riserve di acqua dolce del nostro pianeta, che rappresentano solamente il 3% rispetto ai mari e agli oceani. Dalla tabella sottostante si può notare come il 75% dell’acqua dolce nel pianeta sia conservata nei ghiacci, il 24.56% nel sottosuolo e solamente lo 0.03% nel corso dei fiumi.

Ambienti di stoccaggio dell’acqua dolce sulla Terra. FONTE: Southwich, C.H., Ecology and the Quality of our Environment, an Nostrand Reinhold, NY, 1976.
L’importanza della sana gestione dell’acqua
Questi dati mettono in evidenza quanto siano basse le riserve e la disponibilità di acqua dolce per i bisogni umani. Per questa ragione, nell’attuale contesto di cambiamenti climatici e di mutazione del regime pluviometrico nella penisola italiana, la conoscenza del paesaggio che ci circonda e la gestione dell’acqua presente sul territorio diventano l’unica via per trovare soluzioni ai cambiamenti in atto.
È necessario un cambio di paradigma: non si può affrontare la carenza idrica solo nei periodi di siccità e non si può concepire l’acqua come rischio o pericolo solo durante le alluvioni o eventi estremi. Ripensare a nuove soluzioni di gestione dell’acqua e a nuovi modelli di conservazione e ripristino delle risorse idriche è il punto cardine per un’adeguata gestione territorio ed una agricoltura che si adatti ai cambiamenti.
Il suolo deve essere considerato non solo come “superficie disponibile” a qualunque uso ma contenitore capace di trattenere, filtrare e rendere disponibili grandi quantità di acqua.
Come scorre l’acqua sui diversi suoli?
L’acqua che entra nel suolo attraverso la pioggia, la fusione del manto nevoso o l’irrigazione si muove in esso in condizioni sature o non sature. Nel primo caso la porosità del suolo è completamente occupata dall’acqua, nel secondo caso, più comune, solo parzialmente. In tale situazione è importante il tasso d’infiltrazione e cioè la velocità con cui l’acqua entra nel suolo, asciutto o umido che sia. Il tasso d’infiltrazione dipende dalla porosità, dalla dimensione dei pori e dalla loro continuità, dal grado d’umidità del suolo e in generale dalla sua struttura.
A un estremo si trova la sabbia, in cui le particelle del suolo hanno un diametro che va da 0.05 a 2 mm. I suoli sabbiosi constano di grandi spazi, o canali, fra le particelle. All’altro estremo vi è l’argilla, le cui particelle sono di un diametro inferiore a 0.002 mm. I suoli argillosi possiedono aree di superficie più grandi e canali più piccoli fra le particelle. Con l’aiuto di sostanze organiche quali l’humus (sostanza organica decomposta), le particelle d’argilla si possono aggregare in “briciole” formando grandi canali che aiutano i processi di aerazione e l’infiltrazione di acqua al suolo.
In qualunque tipo di substrato, se la quantità d’acqua che entra nel suolo è minore di quella che vi arriva tramite le precipitazioni, l’acqua non assorbita scorre in superficie.
A seconda della velocità con cui scorre, essa può trasportare in sospensione più o meno materiale solido e causare erosione del suolo. Una volta che il suolo è saturo, cioè completamente pervaso d’acqua, la velocità con cui l’acqua si muove attraverso di esso è detta permeabilità. Si tratta di una proprietà importante del suolo perché è un indice della sua propensione a rimanere sommerso dopo forti piogge o esondazioni.

Il legame tra erosione, compattazione del suolo e l’aumento degli eventi catastrofici. FONTE: FAO, 2023.
L’importanza della porosità dei terreni
La permeabilità dipende dalla dimensione dei pori e della loro interconnessione. La presenza di orizzonti compatti, cementati o idrofobici, ancorché sottili, può rendere un suolo poco permeabile o addirittura impermeabile. Invece, con l’interruzione dell’apporto esterno di acqua al suolo, i primi pori a svuotarsi sono quelli più grandi, che sono anche i più efficienti a trasportare acqua; l’acqua va via per gravità e rimangono pieni solo i pori più piccoli. Se ancora l’acqua all’interno di questi pori più piccoli diminuisce, la pellicola d’acqua adesa alle particelle diventa discontinua e il flusso d’acqua che attraversa il suolo diventa modesto. Ed è così che diminuisce la conducibilità idraulica del suolo e quindi la disponibilità di acqua per le piante.
Nessuna delle due alternative sopra descritte è ottimale per le attività agricole: troppa acqua al suolo genera ristagno idrico e anossia, la carenza di acqua genera invece stress idrico per le piante. È in questo contesto che la comprensione del proprio territorio, la capacità di studiare i flussi ed i movimenti dell’acqua e la progettazione diventano essenziali per la sostenibilità di un’azienda agricola.
La gestione delle risorse idriche a La Scoscesa
Una vera e propria rivoluzione ecologica la sta portando avanti Lorenzo Costa, gestore dell’azienda agricola “La Scoscesa” a Gaiole in Chianti. In seguito allo studio e all’osservazione ambientale ed ecologica dei 9 ettari di paesaggio aziendale, grazie a metodi di progettazione in permacultura, Lorenzo Costa ha organizzato la gestione idrica della propria azienda in modo da tutelare la risorsa, gestirla, rigenerarla, rallentarla, infiltrarla al suolo e conservarla e renderla disponibile per l’ecosistema del territorio.
L’acqua non viene più vista in modo utilitaristico per irrigare le piante, ma al contrario come bene raro, da preservare e gestire nel migliore dei modi all’interno del paesaggio e di un territorio curati dall’essere umano. Lorenzo segue principi di progettazione in permacultura che aiutano a comprendere come progettare il territorio e l’acqua. Queste linee guida generali si possono applicare sia in ambito rurale che in ambito urbano.
I tre concetti chiave per la gestione sviluppati a La Scoscesa sono “rallenta, distribuisci e infiltra”.
Rallentando l’acqua, si riduce la sua velocità e di conseguenza la forza erosiva nei confronti delle particelle del suolo.
Distribuendola si rende disponibile in modo uniforme su un territorio, aumentando la conducibilità idraulica dei suoli e la loro umidità.
Infiltrandola nel suolo e nel sottosuolo si conserva la risorsa, ristorando il ciclo idrologico naturale di un territorio.
I sette principi di progettazione in permacultura
Per favorire la realizzazione di questi tre semplici concetti e riportare un suolo in condizioni ottimali è necessario seguire dei principi di progettazione che si possono riassumere nei seguenti punti.
- Osservare il comportamento ed il movimento dell’acqua in un territorio, le aree in cui si accumula dopo una precipitazione e le aree in cui è meno presente.
- Pensare alla progettazione della risorsa idrica sfruttando la topografia, partire quindi dal punto topograficamente più elevato e sfruttare la forza di gravità per movimentare l’acqua.
- Adottare più soluzioni semplici e di facile realizzazione.
- Distribuire ed infiltrare il flusso, tramite la realizzazione di bacini di infiltrazione utili per rigenerare le falde.
- Progettare piccoli bacini di captazione dell’acqua assicurandosi di poter gestire anche le acque in eccesso.
- Favorire la copertura del suolo per migliorare la rizosfera, aumentare la sostanza organica e di conseguenza garantire una buona struttura del suolo e della porosità.
- Massimizzare le connessioni tra le soluzioni che vengono adottate, aumentare la permeabilità del suolo e i tempi di permanenza dell’acqua in un dato territorio senza che questa vengacanalizzata e fatta scorrere via.
Grazie ad un’attenta gestione del territorio e delle risorse della propria azienda, Lorenzo Costa, in sei anni di attività a La Scoscesa, ha ristorato l’ecosistema in cui vive e lavora rigenerando le risorse idriche e rendendole disponibili per le specie vegetali coltivate. Ha realizzato in azienda più di 19 bacini di captazione collegati l’un l’altro, capaci di contenere fino a 190 mila litri di acqua.

La Scoscesa
Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
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