Il Consiglio Ue approva la Direttiva Suolo. Al varo definitivo manca un ultimo passaggio
La direttiva istituisce il primo quadro normativo europeo per la valutazione e il monitoraggio dei suoli. Il voto del Consiglio Ue è il penultimo tassello prima dell’approvazione definitiva: “Passo fondamentale per la loro resilienza”. Ora manca solo l’ok del Parlamento europeo
di Emanuele Isonio
Il Consiglio dei ministri dell’Unione europea ha adottato formalmente la direttiva sul monitoraggio del suolo, che istituisce il primo quadro a livello dell’UE per la valutazione e il monitoraggio dei suoli, con l’ambizioso obiettivo di conseguire suoli sani in tutta Europa entro il 2050.
“La direttiva è un passo fondamentale verso suoli più sani e più resilienti, essenziali per la sicurezza alimentare, l’acqua pulita e l’ambiente” sottolinea il Consiglio in una nota. Avrà infatti il compito di migliorare la resilienza dei suoli europei e di gestire i rischi dei siti contaminati. Definirà inoltre i principi di mitigazione del consumo di suolo, con particolare attenzione all’impermeabilizzazione e alla rimozione del suolo.
”Sebbene molti atti legislativi e strumenti politici dell’UE siano pertinenti per la protezione del suolo, manca un quadro legislativo specifico per il suolo a livello dell’UE come quelli che esistono per altri ecosistemi chiave (acqua, aria, ambiente marino)” prosegue la nota del Consiglio.
Tutti d’accordo (tranne Germania e Austria)
Il voto del Consiglio dei ministri era atteso ma in ogni caso non scontato. Già in passato infatti, i tentativi di dotare l’Unione di una norma comune per tutelare il suolo si erano scontrati con la resistenza di alcuni Stati membri. Questa volta, i rappresentanti dei governi nazionali hanno dato il via libera al testo a larghissima maggioranza: 25 i voti favorevoli su 27 membri. Un solo contrario, seppur di peso: la Germania. A metà strada l’Austria, che ha deciso di astenersi.

L’esito della votazione al Consiglio Ue sulla Direttiva monitoraggio suolo. FONTE: Consiglio dei ministri Ue
Il testo su cui il Consiglio ha dato il proprio parere favorevole è quello scaturito dalla fase di conciliazione che hanno coinvolto anche il Parlamento europeo e la Commissione Ue, promotrice della direttiva. Dopo tre riunioni informali tra ottobre 2024 e aprile 2025, è arrivato un accordo provvisorio, sul quale il 21 maggio è poi arrivato il disco verde da parte del Comitato dei rappresentanti permanenti.
Gli elementi principali della direttiva
In ogni caso, l’accordo raggiunto prevede alcune misure chiave che gli Stati membri dovranno adottare:
- Stabilire un quadro completo e armonizzato, ma flessibile, per il monitoraggio della salute del suolo, con criteri per i suoli sani;
- Fornire supporto ai gestori del suolo per migliorarne la salute e la resilienza;
- Attenuare gli impatti dell’uso del suolo, come edifici e infrastrutture, sulla capacità del suolo di fornire altri servizi ecosistemici senza impedire l’autorizzazione di tali attività;
- Individuare i siti potenzialmente contaminati e gestirli per eliminare i rischi per la salute umana e per l’ambiente, nel rispetto del principio “chi inquina paga”.
Le nuove norme contribuiranno a migliorare la resilienza del suolo e a introdurre principi di mitigazione del consumo di suolo, con particolare attenzione all’impermeabilizzazione del suolo e alla rimozione dello strato superficiale nel corso di attività come i lavori di costruzione.
Ai sensi della direttiva, gli Stati membri istituiranno sistemi di monitoraggio per valutare le condizioni fisiche, chimiche e biologiche dei suoli nel loro territorio, sulla base di una metodologia comune dell’UE. Riferiranno periodicamente alla Commissione e all’Agenzia europea dell’ambiente, garantendo la disponibilità di dati comparabili in tutta l’UE e la possibilità di intraprendere azioni coordinate per contrastare il degrado del suolo. Saranno inoltre adottate misure per monitorare i contaminanti emergenti come le PFAS, i pesticidi e le microplastiche.
La direttiva definisce descrittori del suolo comuni e introduce classi per descrivere la salute del suolo, collegate a valori obiettivo non vincolanti a livello dell’UE e a valori guida nazionali. Ciò aiuterà gli Stati membri nell’individuazione delle priorità e nella graduale attuazione di misure volte a migliorare la salute dei suoli.
La Commissione assisterà gli Stati membri sviluppando strumenti e metodologie comuni e agevolando lo scambio delle migliori pratiche.
Prossime tappe
Questa fase conclude la procedura di adozione in sede di Consiglio. La votazione finale del Parlamento europeo è attesa per le prossime settimane ma non è stata ancora calendarizzata ufficialmente.
Tuttavia, la Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha già dato parere favorevole al testo di compromesso il 4 giugno scorso. Il giorno dopo, il presidente della stessa commissione parlamentare ha confermato al presidente del Comitato dei rappresentanti permanenti che, qualora il Consiglio avesse approvato quel testo, avrebbe raccomandato alla plenaria del Parlamento europeo di accettare in seconda lettura la direttiva senza emendamenti. Dall’entrata in vigore della direttiva, gli Stati membri avranno tre anni di tempo per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.


Patrick Domke / ETH Zurich, per uso non commerciale
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