28 Novembre 2025

Bioeconomia, la Commissione Ue presenta la sua nuova Strategia

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Il documento punta ad aumentare la competitività dell’Unione attraverso lo sviluppo dei diversi comparti della bioeconomia, un metasettore che già oggi vale 2700 miliardi e dà lavoro oltre 17 milioni di persone (8% del totale degli occupati)

di Emanuele Isonio

 

“Utilizzando risorse biologiche rinnovabili terrestri e marine e fornendo alternative alle materie prime critiche, l’UE progredirà verso un’economia più circolare e decarbonizzata e potrà ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili”. Sono le parole utilizzate dalla Commissaria Ue all’Ambiente ed economia circolare, Jessika Roswall, per presentare i dettagli della nuova Strategia europea per la bioeconomia. Il documento traccia una via da seguire per costruire un’economia europea pulita, competitiva e resiliente.

“La bioeconomia offre all’Europa la possibilità di rafforzare la propria resilienza, sostituire i materiali e i prodotti a base fossile, creare posti di lavoro e guidare il passaggio globale alle industrie pulite. Con questa nuova strategia, l’UE sosterrà attività che forniscono soluzioni pratiche sostenibili utilizzando le nostre risorse biologiche in settori quali l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, l’acquacoltura, la trasformazione della biomassa, la biofabbricazione e le biotecnologie. Sfrutterà il vasto potenziale di queste risorse, l’eccellenza scientifica e la base industriale e incoraggerà le innovazioni a beneficio del clima, della natura e della società” si legge in una nota della Commissione europea.

La Commissaria Ue all'Ambiente, Jessika Roswall, presenta i dettagli della nuova Strategia europea per la Bioeconomia FOTO: © Copyright European Union - 2025

La Commissaria Ue all’Ambiente, Jessika Roswall, presenta i dettagli della nuova Strategia europea per la Bioeconomia FOTO: © Copyright European Union – 2025

Il quarto documento dedicato alla bioeconomia

Non è la prima volta che la Ue produce un documento ad hoc sulla bioeconomia: il nuovo quadro strategico fa infatti seguito alla strategia per la bioeconomia del 2012 e ai riesami effettuati nel 2018 e nel 2022. Stavolta però sposta l’attenzione verso la diffusione industriale, l’espansione del mercato, la competitività e la resilienza. È tempo infatti di rafforzare le applicazioni industriali derivanti dai principi della bioeconomia circolare.

Quest’ultima infatti attraversa molti settori diversi e comprende, in ciascuno di essi, tutte le attività che utilizzano risorse biologiche per creare valore aggiunto. Utilizzando la trasformazione della biomassa, la biofabbricazione e le biotecnologie, la bioeconomia sostiene l’alimentazione, la salute, l’energia, l’industria e i servizi ecosistemici.

Esempi di prodotti sono le sostanze chimiche a base di alghe che vengono utilizzate per produrre prodotti farmaceutici, prodotti per la cura della persona e applicazioni industriali. Le plastiche a base biologica sono sempre più utilizzate nelle parti automobilistiche e negli imballaggi (come nel caso delle bioplastiche compostabili utilizzate per la gestione dei rifiuti organici e nell’agroalimentare). Anche le biocostruzioni, le fibre tessili e i fertilizzanti sono sempre più richiesti.

Un potenziale ancora inutilizzato

Già oggi la bioeconomia fornisce un apporto rilevante al Pil e ai tassi d’occupazione nella Ue. I dati più recenti a disposizione indicano che essa è responsabile di un valore fino a 2 700 miliardi di euro nel 2023 e garantisce un impiego a 17,1 milioni di persone (circa l’8 % dei posti di lavoro europei). Ad essi vanno poi aggiunti i benefici indiretti: ogni posto di lavoro nella bioeconomia crea tre posti di lavoro nell’indotto.

Tuttavia, il potenziale inutilizzato è ancora enorme. La strategia dell’UE per la bioeconomia mira a liberare questo potenziale aumentando l’innovazione e gli investimenti, sviluppando mercati guida per i materiali e le tecnologie a base biologica, garantendo un approvvigionamento sostenibile di biomassa e sfruttando le opportunità globali. L’intento è evitare che la ricerca rimanga esclusivamente nei laboratori. L’espansione delle innovazioni a base biologica richiede una combinazione di investimenti pubblici e privati, nonché un contesto normativo semplificato.

Some regions have multiple strategies related to the bioeconomy. On this map, regions appear only with the strategy that is ranked highest in the strategy pyramid (see map legend).© EU, 2022

Alcune regioni hanno più strategie legate alla bioeconomia. Su questa mappa, le regioni compaiono solo con la strategia più alta nella piramide delle strategie (vedi legenda della mappa). © EU, 2022

Un quadro normativo che premi gli imprenditori circolari

“La nostra visione è chiara: un futuro in cui l’Europa si basi sulla natura, sull’innovazione e su soluzioni circolari radicate in una bioeconomia competitiva e sostenibile” commenta Roswall. “La bioeconomia offre un enorme potenziale di espansione – dai prodotti che usiamo ogni giorno, alle case in cui viviamo, alle grandi applicazioni industriali. Si tratta di una strategia di crescita che aumenterà la nostra resilienza e competitività e, allo stesso tempo, garantirà che la natura e gli ecosistemi sani rimangano la spina dorsale della nostra economia. Creerà posti di lavoro locali, sostituirà le risorse fossili e proteggerà la natura su cui tutti facciamo affidamento”.

La Commissione si adopererà quindi per creare un quadro normativo coerente e semplificato che premi i modelli imprenditoriali circolari e sostenibili, salvaguardando nel contempo le norme di sicurezza dell’UE. Approvazioni più rapide, chiare e semplici per soluzioni innovative aiuteranno le imprese a svilupparsi e crescere in Europa, in particolare per le PMI. L’esecutivo comunitario garantirà inoltre che i finanziamenti attuali e futuri dell’UE siano destinati alle biotecnologie. E per stimolare gli investimenti privati, la Commissione propone di convocare un gruppo per la diffusione degli investimenti in bioeconomia al fine di creare una riserva di progetti finanziabili, condividere il rischio in modo più efficace e attirare capitali privati.

Sviluppare mercati guida 

Per sbloccare gli investimenti e consentire l’espansione, la Commissione ha individuato mercati innovativi per i materiali e le tecnologie a base biologica. Questi includono i settori a base biologica, come la plastica, le fibre, i tessili, i prodotti chimici, i fertilizzanti, i prodotti fitosanitari, i materiali da costruzione, le bioraffinerie, la fermentazione avanzata e lo stoccaggio permanente del carbonio biogenico, che hanno un elevato potenziale sia per la crescita economica che per i benefici ambientali. La Commissione stimolerà la domanda di contenuti a base biologica nei prodotti, ad esempio fissando obiettivi nella legislazione pertinente.

La strategia propone di istituire un’alleanza per un’Europa basata sulla biotecnologia, che riunirà le imprese dell’UE per acquistare collettivamente soluzioni a base biologica per un valore di 10 miliardi di euro entro il 2030.

Garantire un uso sostenibile della biomassa

“Se da un lato rafforziamo la competitività di oggi, dall’altro dobbiamo costruire la resilienza di domani. L’Europa è in gran parte autosufficiente per quanto riguarda la biomassa, ma dobbiamo fare in modo che rimanga tale” si legge nella nota della Commissione. La strategia dell’UE per la bioeconomia sottolinea pertanto la necessità di approvvigionarsi in modo responsabile di biomassa, garantendo che le foreste, il suolo, l’acqua e gli ecosistemi siano gestiti entro i loro limiti ecologici. È fondamentale promuovere la circolarità e valorizzare la biomassa secondaria, come i residui agricoli, i sottoprodotti e i rifiuti organici. La Commissione avvierà iniziative per premiare gli agricoltori e i silvicoltori che proteggono i suoli, migliorano i pozzi di assorbimento del carbonio e sostengono l’uso sostenibile della biomassa.

Con la sua solida base di ricerca e le industrie innovative, l’Europa è ben posizionata per diventare un leader globale nelle tecnologie, nei materiali, nei prodotti e nelle competenze bio-based sostenibili.

Con questa strategia l’UE sosterrà l’industria europea nell’accesso ai mercati globali garantendo partenariati che riducano la vulnerabilità e garantendo che l’Europa non dipenda da un’unica regione o da un’unica risorsa. Nell’attuale fragile clima geopolitico, la sicurezza delle risorse rafforza la competitività e la resilienza dell’UE.

Le reazioni

Tendenzialmente positivi i commenti arrivati dal mondo industriale al testo presentato dalla Commissione. “Un segnale forte che l’Europa considera la bioeconomia non solo come un settore, ma come un pilastro strategico per le sue transizioni verdi e industriali” è ad esempio il commento dello European Bioeconomy Bureau, organizzazione non governativa che supporta la promozione dell’economia basata sull’utilizzo delle risorse biologiche. “Altrettanto importante è la rinnovata attenzione alla sostenibilità. La strategia rafforza i sistemi di monitoraggio dell’UE, promuove standard ed etichette più chiari per i prodotti di origine biologica e fornisce orientamenti per garantire che la produzione di biomassa protegga la natura, il suolo e la biodiversità”.

Accanto agli aspetti positivi, ci sono però elementi di criticità. “Le diffuse richieste di molti stakeholder di meccanismi efficaci che creino mercati per i prodotti biotecnologici, sono rimaste senza risposta. L’assenza di stimoli di mercato come obiettivi, mandati e obblighi ostacola la transizione dalle materie prime fossili a quelle vegetali e la loro trasformazione in materiali innovativi. Ci auguriamo che questa assenza di meccanismi di mercato venga affrontata negli specifici atti legislativi”.

“Nel voler mantenere un approccio olistico, la strategia europea non collega in modo diretto l’uso delle risorse biologiche al rilancio competitivo del settore della chimica”, aggiunge Chiara Di Mambro, direttrice strategia Italia ed Europa del think tank ECCO. “Il quadro che emerge rimane opaco, in particolare in riferimento all’impostazione dell’impianto incentivante che, a oggi, favorisce l’utilizzo della biomassa per le bioenergie, senza adeguato supporto per l’innovazione e lo sviluppo dei biomateriali”.